1) Come
tutti, sai che devi morire, il problema è che non te lo ricordi ogni giorno. La
Morte saltuariamente fa capolino nella tua vita: sterzi all’ultimo momento,
evitando di finire smarmellato sotto un TIR; un tuo conoscente ha appena avuto
un infarto… cacchio, hai notato che ha
la tua stessa età?; i valori del tuo colesterolo puntano alle stelle e quella
è l’unica parte di te che almeno punta ancora in alto. Tutto questo è la Morte,
che tossicchia discretamente alle tue spalle. Non che voglia metterti paura:
semplicemente sta lì per ricordarti che hai una scadenza precisa e che non hai
ancora concluso un cazzo. Hai grandi sogni e aspetti che qualcuno te li
realizzi. Sai camminare e non ti azzardi a muovere un passo. Il tuo problema è
che ti manca il primo requisito fondamentale dell’intelligenza: il time
management. Che in italiano poi sarebbe: stai sprecando il tuo tempo.
2) Come
tutti, hai paura. Per la precisione, hai paura di un sacco di cose: di non
superare l’esame, di fare brutta figura, che lei/lui ti dica di no, che la
gente pensi male, che non serva a nulla, di perdere anche il poco che hai… La
paura è lecita fino a un certo punto sai? Ci fa rivalutare quel che abbiamo e
quello che potremmo perdere e ciò significa che, se quello che dici e scrivi su
Facebook è vero e non hai un cazzo, allora non hai nemmeno nulla da perdere. Ma anche
se tutto sommato sei già felice così, stai dando il giusto peso alle tue paure? Se
non superi l’esame, il mondo finirà davvero o potrai sostenerlo un’altra volta,
seppur sia scocciante la cosa? Se ti devono dire di no, non è meglio saperlo
subito, soffrire, metabolizzare e ricominciare? La gente non è capace di pensare, un eventuale pensiero su di te, seppur malevolo, almeno dimostrerebbe che esiste ancora un barlume di attività cerebrale, no? E mettiamo pure il caso che alla fine non serva a nulla, non mi pare
che non fare niente sia mai servito a qualcosa. Della paura non te ne libererai
mai: ha una funzione biologica, che è quella di metterti sull’attenti,
raccogliere le energie e decidere se attaccare o fuggire. Il problema è che la
paura non passa se stai fermo, semmai aumenta. Sali su quel maledetto aereo:
hai una probabilità su due milioni che cada, contro il novantanove-virgola-nove percento di possibilità che,
non prendendolo, ti perderai un’esperienza emozionante e degna di essere
vissuta, fosse pure precipitare. Ed ecco il secondo problema, per essere
davvero intelligente, devi essere capace di risk management. Che in italiano significa: impara a valutare le tue paure in termini di
probabilità, costi e benefici e assumiti qualche rischio ben calcolato.
3) Come
tutti, sei bravissimo a lamentarti di quello che non va e, come tutti, ti
limiti al massimo a digitare la tua frustrazione su una tastiera. Visto che sei
tanto bravo a scrivere, magari allora scrivi a un giornale, o al Sindaco o al
Responsabile di Quellochevuoi. Pensi che tanto non serva a nulla? Rileggi il punto 2). Che tra l’altro - scusa se te lo faccio sempre notare - nemmeno scriverlo
su Facebook serve, ma lo fai comunque. Non ti va di perdere tempo e però ne
perdi un casino lo stesso. Ma siam sempre lì: alla fine non fai le cose perché hai
paura di sbagliare, di fallire o di essere semplicemente ignorato. Chi non fa,
non sbaglia, si dice. Il problema è che, se anche nella vita non sbaglierai mai
nulla, morirai comunque, senza un cazzo che valga la pena raccontare nel mentre. E questo è il terzo problema
della tua intelligenza, collegato ai primi due: non sei proattivo. Che tradotto
in “papalese” significa: "Penso che il mondo così come è non vada, ma a provare
a fare qualcosa di concreto non ci penso nemmeno."
4) Come
tutti, hai dei sogni... Chiamiamoli sogni, perché per trasformare un sogno in
un obiettivo ci vuole un piano e tu quello proprio non ce l’hai. Aspetti che
qualcosa accada da sola, che ti caschi in testa piovuta dall’alto come per
magia. Non importa che tu in fondo in questi sogni ci creda con tutto te stesso
o non ci creda più affatto: non è l’intensità del tuo desiderio che li
realizzerà. Ma semmai il progettare un piano. Ed ecco che per essere
intelligente, ti manca un’altra cosa: la pianificazione a breve, medio e lungo
termine.
5) Sarò
onesta: nella vita ho pianificato attentamente diversi obbiettivi e ne ho
raggiunti pochissimi. Avere tutti i requisiti d’intelligenza di cui sopra, non
significa sempre riuscire, perché io sarò pure perfetta, ma il mondo non lo è.
Però il mondo è anche ironico con tutti. Anche sulla tua strada piazza continuamente
delle opportunità, solo che non le vedi, perché non sono quelle che cerchi. Ogni giorno porto con me in borsa una copia
del mio libro. Lo faccio per ricordarmi che nella vita mi sono sempre data
degli obiettivi, ma ho ottenuto soddisfazioni soprattutto deviando dal percorso, per cogliere un'opportunità non programmata. E magari tu mi odi, perché
mi hanno pubblicato un libro senza che l'avessi spedito per proporlo a qualche casa editrice,
senza dover aspettare mesi col fiato sospeso, quando spesso non si degnano nemmeno di rispondere. Tu invece, che sogni da
sempre di essere uno scrittore e lo meriti più di me, ancora aspetti. Che dire? Guardati bene
intorno: forse il mondo ha in serbo per te proprio l’opportunità che io sto
pianificando da una vita, finora senza troppi progressi. La vita è ironica: ci
spinge a cercare cose che magari non raggiungeremo mai e poi ci dona momenti splendidi,
mettendoci sul piatto una pietanza che non stavamo cercando di cucinare. Buona
però! Non ti piace? Ma hai almeno provato ad assaggiarla? Se la risposta è
no, ti manca anche il quinto requisito dell’intelligenza: la flessibilità.
Okay. Ora hai scoperto di non
essere il genio che credevi, ma stai tranquillo: nemmeno io lo sono sempre. Il
più delle volte mi comporto esattamente come te: dimentico di avere poco tempo,
lo sperpero senza nemmeno divertirmi, rinuncio senza provare, sogno senza
programmare, mi lamento, mi lamento, mi lamento… E sono così delusa dalla vita
da non vedere cosa mi offre, solo perché i miei occhi sono puntati su altro.
Ma non oggi. Io oggi sto facendo qualcosa per provare a cambiare un paio di virgole: questo basta per rendermi più intelligente di te, nonostante il fatto che l'intelligenza si misuri su una scala.
Ieri la Morte ha tossicchiato
alle mie spalle, non troppo discretamente devo dire (Nota per il Triste Mietitore:
dovresti fare qualcosa per quella brutta tosse!). Così oggi ho firmato una
lettera per un Prefetto, affinché mi venga tolta una multa per l’ingresso in
zona ZTL a Mestre, affibbiatami nonostante avessi comunicato i dati del veicolo. Ieri volevo pagare: vi assicuro, farei prima e, paradossalmente, finirei
col risparmiare, tempo innanzi tutto, ovvero la valuta così importante da non prevedere
tassi di cambio. La polizia municipale (gentilissimi, ma tant’è) spiega che il
fax entro 48 ore vale solo per i residenti e per le emergenze sanitarie… non
come nel resto d’Italia. La Legge invece dice che un’auto può entrare in ZTL se
a bordo ci sta l’handicappata, pure se è lombarda. Faccio ricorso. E, tempo
sprecato per tempo sprecato, insieme a Lucia - che quel dì mi offrì un
passaggio, beccandosi la multa per il favore -, scriverò ai giornali locali, perché
Venezia si vanta di fare tanto per l’accessibilità, invita persino i disabili a
parlare di abbattimento di barriere architettoniche e mentali (salvo poi
multarli per l'ingresso in aree dove hanno diritto di entrare), ma io dopo un solo giorno a Venezia ho giurato di non metterci più
ruota. Una città che pensa che un ponte con le scale sia un’opera d’ingegneria “futuristica”
denota innanzi tutto ignoranza: le scale, purtroppo, sono state inventate poco
dopo la ruota e, esattamente da quel momento, sono iniziati i problemi di buona
parte dell’umanità.
Incredibile quanti sassolini si
accumulino nella scarpe di una che nemmeno cammina! Oggi ne tolgo un paio va'!
La rabbia è un dono, ma non
di sola rabbia vive il disabile. Dopo la battaglia, stasera la mia
pianificazione a breve termine prevede una birra all’Unibirra di Calcinate del
Pesce: consideratevi invitati… anche se non era nei vostri programmi - a
proposito, ne avevate? - la flessibilità premia. E in fine, per ricordarmi che
un mondo migliore esiste e che quindi anche il mio può diventarlo, stasera
prenoterò l’aereo per Londra, per settembre (pianificazione a medio termine). E se l’aereo cadrà (risk management), almeno potranno dire che la mia morte è avvenuta come la mia nascita: grazie a un’incredibile improbabilità statistica. In ogni
caso, dalla vita, nessuno ne esce vivo.
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