So che può sembrare strano detto da una che non ha mai
imparato manco a reggersi in piedi, ma nessun bipede sa camminare in modo
razionale. Giuro: deambulate tutti, indistintamente, in modo illogico. E io lo
so bene, perché trascorro le giornate facendo slalom tra la folla con la mia
B600, cercando di intuire i tuoi spostamenti per evitare (il più delle volte)
di investirti. Il momento peggiore è quando scendo dal treno, incastrata in questa
mandria di creature senza alcun istinto di conservazione, che io cerco
sinceramente di non calpestare. Un minimo di collaborazione alla salvaguardia
della tua specie bipede mica guasterebbe.
Così oggi ho deciso di insegnarti come camminare in modo
decente.
Ecco le regole di base:
1) Come insegna la geometria piana, la via più
semplice per andare da un punto A ad un punto B è una linea retta, soprattutto
se la strada che stai percorrendo è effettivamente diritta. E allora perché Diavolo
ti sposti lungo una traiettoria sinusoidale?! Ti si è forse spanato il sistema
di navigazione interno o mentre cammini segui le scie chimiche che hai nel
cervello? Il test dell’alce fallo solo se a terra ci sono dei coni colorati.
2) Non dico di mantenere una distanza di sicurezza come
faresti con la tua macchina… ma che sto dicendo: manco in auto tieni le
distanze di sicurezza! Comunque, ricorda che gli esseri viventi hanno uno
spazio vitale che non dovrebbe mai essere violato da estranei. Ovviamente, i
mezzi di trasporto pubblico rendono impossibile mantenere le corrette distanze
sociali, tuttavia, pure tu ci metti del tuo, soprattutto quando sali su un
vagone stipato con uno zaino militare in spalla e ti giri come una trottola sul
tuo asse. Vedi di incrementare la tua autoconsapevolezza corporea e, se sai di
essere goffo, non metterti in situazioni che non sai gestire. Impara la
consapevolezza dei tuoi limiti da noi disabili o farai la figura del cieco al
poligono di tiro (n.d.r.: senza le cuffie acustiche per mirare intendo).
3) Contrariamente ad una carrozzina a motore, sul tuo
posteriore non si accende nessuno stop, nessuna freccia, nemmeno una lucina di
posizione che permetta a chi ti sta dietro di intuire i cambi repentini di
rotta. Fai conto di essere in bici e, almeno quando devi girare, metti fuori un
braccino, possibilmente non all’ultimo secondo.
4) Usa scarpe anti infortunistiche. Ogni volta che
mi ritrovo in spazi angusti con dei bipedi, non posso staccare gli occhi da quelle
piccole appendici tenere e rosa, esposte alle intemperie, allo zozzo e a
pericoli di cui non sei nemmeno consapevole, tipo una carrozzina a motore da
100 chili che sta cercando in ogni modo di non calpestarti. Che poi la
sensazione delle dita nude sotto una ruota artigliata è proprio brutta, tipo
quando schiacci uno scarafaggio e senti quello scrocchiare chitinoso e umidiccio
sotto la suola della scarpa. Pertanto, niente infradito, niente calzature aperte
in punta e, soprattutto, niente tacchi! Guarda che cadendo dai tacchi ti puoi
pure spanare la colonna vertebrale: parlo per esperienza.
5) Non camminare all’indietro. Probabilmente
manco ti accorgi di farlo, ma spesso e volentieri, senza alcun apparente
motivo, mentre sembri procedere in linea retta, di colpo ingrani la retro,
e nemmeno ti fermi prima. Anche a me capita di dover tornare sui miei metaforici
passi, ma per farlo, preferisco frenare e ruotare la carrozzina di 360°, così
da vedere dove sto andando. Provaci anche tu, ed eviterai di sederti sulle
ginocchia della disabile che procede dietro di te, lungo la medesima
direttrice.
6) Se sali sul mio stesso ascensore, ricordati che
la cavalleria è una cosa e la razionalità un'altra. So che vuoi sembrare galante,
ma tu occupi uno spazio minore della mia carrozzina, ergo, per aumentare
appunto il mio spazio d’azione, è meglio se entri per ultimo, ma esci per primo. Altrimenti mi
costringerai a manovre che nemmeno l’Enterprise che tenta di entrare a velocità
warp nella biblica cruna dell’ago cardassiano. Idem quando tenti di appiattirti tipo
sogliola sulla soglia della porta, per farmi entrare o uscire. E’ esattamente
in quel momento che mi rendo conto di quanto un bipede sottostimi la superficie
occupata dalle sue estremità podaliche e dalla trippetta.
7) Non usare lo smartphone quando cammini,
altrimenti comincerò a farlo anche io e poi vediamo chi dei due si fa più male
in un eventuale scontro.
8) Le corsie dei supermercati, l’uscita del vagone,
l’ingresso di qualsiasi struttura e le vie di passaggio anguste non sono luoghi
ideali per sostare, qualsiasi cosa tu senta il bisogno impellente ti fare, tipo
chiacchierare con l’amica, mandare messaggi, cercare le chiavi in borsa e no,
nemmeno per allacciare le scarpe.
9) Quando cammini, guarda dove metti i piedi o io
smetterò di guardare dove metto le ruote. Se vuoi darti al birdwatching, comunque
Milano non è il luogo ideale, a meno che non ti interessino i piccioni, che potrai
osservare comodamente guardando per terra più che per aria.
10) Quando parli con qualcuno in sedia a rotelle, tieni le mani adese e
contigue al tuo corpo. Non ti appoggiare al joystick e a nessun’altra parte
della carrozzina. Non sempre mi ricordo di spegnerla nel caso in cui un bipede
decida sconsideratamente di farmi pat-pat sulla manina che tiene il timone.
Tecnicamente, se tocchi il mio joystick e ti investi, non è omicidio e nemmeno
suicidio assistito. Se invece provi a fare il simpaticone e a salire sul retro
della carrozzina a mia insaputa, sappi che non potrai più guardare con gli stessi occhi le scene
dei film d’azione in cui un pirla salta sul tetto di un’auto in corsa e il
pilota fa le peggio gincane per schiodarsi la zecca di dosso.
Guarda che io ti dico queste cose perché in fondo ti voglio
bene. Odiassi davvero i bipedi, potrei investirne a centinaia ogni giorno,
potendo sempre dimostrare la mia ragione sul foglio di costatazione amichevole.
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