Eh già: oggi è un’altra splendida
giornata! Una di quelle in cui senti che rimpiangerai fino a sera di essere
uscita dal letto.
Ciò che mi tormenta oggi è il
razzismo, ovvero quella prassi sociale fondata sull’arbitrario presupposto
dell’esistenza di razze umane biologicamente «superiori», cui appartiene il mondo,
e di altre «inferiori», destinate alla sottomissione, intesa come discriminazione.
Ci scommetterei una ruota che vi sentite tutti
puri e disgustati dal concetto di razzismo! Ma è davvero così? Siete davvero migliori di quella testa di cazzo che stamattina mi ha dato dell'handicappata?
Quanti di voi
hanno uno o più gradini per entrare nella propria casa, nel proprio negozio,
quando non addirittura nella propria Chiesa?
Quanti di voi lavorano in una struttura inaccessibile del tutto o in parte?
Quanti di voi non saprebbero nemmeno dire se il posto dove vanno a bere il caffè abbia o meno un gradino d'ingresso?
Certo, non è mica colpa vostra se
ci sono le barriere architettoniche! Mica l’avete tirato su voi l’edificio
inaccessibile! E colpa del proprietario, del costruttore, del geometra, dell’amministratore,
dello Stato che non fa nulla per abbattere le barriere.
Confessate figliuoli: quante volte questa settimana siete entrati in un posto dove io non posso entrare?
Basta fare un giro per una
qualsiasi città italiana con una sedia a rotelle per rendersi conto che viviamo
in città razziste, in cui la razza superiore dei bipedi tiene sottomessa quella
inferiore dei non deambulanti, rendendo quasi impossibile il processo di reale
integrazione.
Se non altro, una volta, fuori
dai locali avevano il coraggio di scrivere che non erano ammessi neri o ebrei o
idioti. Che dire, forse era più onesto il: “Tu
qui non puoi entrare” rispetto a: “Io
lo metterei pure lo scivolo, ma se faccio un lavoro, poi il Comune mi
obbligherebbe a ristrutturare tutto”.
Certo, i soldi mancano, ma spesso
la volontà di più.
Siamo interessati ai cambiamenti
solo quando questi sono immaginari: quel genere di cambiamenti che dovrebbero
piovere dall’alto di uno Stato inteso come altro da noi.
Ma le cose non cambieranno mai, perché
lo Stato siamo noi.
Anzi, lo Stato SIETE VOI, “razza superiore”!
Siete voi che non
volete cambiare davvero!
Esagero? Davvero?
Provate a smentirmi.
Andate nel vostro pub preferito e
chiedete al gestore se è disposto a mettere un piccolo scivolo per permettere l’accesso
alla vostra amica Engy.
Chiedete al proprietario della
vostra amata pizzeria di farvi vedere il bagno per disabili, perché volete
portarmi a cena e, se non è accessibile, o se è trasformato in magazzino,
chiedete di sistemarlo.
Tornate a casa vostra, guardatevi
bene intorno e chiedetevi cosa dovete sistemare per invitarmi a cena.
Provateci almeno, e vi renderete
conto che tutti hanno delle scuse accettabili per non cambiare le cose,
voi compresi.
Non è forse questo il razzismo?
Non state forse permettendo che vengano discriminate delle persone sulla base
delle loro caratteristiche fisiche? Non state negando l’accesso al vostro mondo
a qualcuno, solo perché è diverso da voi?
E’ davvero tanto peggio il
Neonazismo rispetto al Perbenismo indignato di chi non fa nulla per cambiare?
Lo Stato è là e non saranno dieci Saggi a tempo determinato a cambiare le cose.
Quelle sporche sono le vostre mani, solo che io non sono mica Gesù Cristo che non le manda a dire a Ponzio Pilato.
Non vi sto chiedendo di cambiare
da soli il mondo. Vi sto chiedendo di guardarvi intorno con i miei occhi e di
ricordare che ogni volta che non dite nulla al proprietario del pub, della
pizzeria, della gelateria, della jeanseria … o al parroco, state di fatto
sottoscrivendo un sistema che tecnicamente considerate sbagliato.
Vi sto dicendo che ogni volta che
entrate in un locale ove io non posso entrare, state sostenendo che il mondo vi
va bene così.
Lo so che al gestore costa
chiamare il falegname e farsi mettere una pedana in legno - che essendo
rimovibile, non richiede nemmeno comunicazione di ristrutturazione al Comune.
Sì dà però il caso che a me costi tantissimo non poter andare dove andate voi:
costa l'integrazione.
Vi ricordo che i membri delle SS
erano pochi, ma nazisti erano pure coloro che stavano a guardare senza dire
nulla.
Da sola non posso fare molto, perché
appartengo a una minoranza, ricordate?
Dimostrate di essere davvero
superiori e non consideratevi esentati dal fare qualcosa. A volte, basta continuare
a rompere le palle tutti assieme per cambiare la realtà: provate a fare il mio nome a Ferrovie
Nord e vedrete che non dico bugie.
Parlavo l'altro giorno con un architetto dalle mie parti che sta portando nel comune dove vive un'interessante novità, ovvero uno scivolo NON permanente che si può adattare ad un tot di situazioni (leggasi gradini) senza che il comune possa rompere i coglioni in alcun modo in quanto la struttura non è permanente.
RispondiEliminaora non so di preciso come funzioni l'arnese, ma cuba un centinaio di euro che, per un negozio, non dovrebbe essere una spesa insostenibile. Specie perchè si porta dentro qualche cliente in più, che non fa mai schifo.
Se vuoi proporlo in giro, io mi occupo della fornitura :)
Seamus The Dog
PS: se ti interessa contattami su twitter perchè col cazzo che mi ricordo di venire qui a vedere se hai per caso risposto. :)
PPS: non è questione di razzismo, cmq. ma di menefreghismo. che è anche peggio.
Non puoi sempre lamentarti!
RispondiEliminaDimentichi forse gli enormi sacrifici fatti dallo Stato per elargire gli incentivi per l'acquisto del decoder digitale terrestre?
Forse non sarai anche tu tra quelli che ammireranno gli eleganti F35 svolazzare nei nostri amati cieli?
(ammesso che riescano a volare, perché da quanto si sente sembrano aerei da guerra "diversamente abili")
Vorresti farmi credere che non consulti ogni giorno (più volte al dì!) il sito Italia.it, costato milioni di euro di soldi pubblici?
Suvvia! Goditi i benefits che questo Stato ti offre, smetti di lamentarti e la prossima volta magari vota per Casini.
@staserabrodino
Solo quando ti siedi su una carrozzina puoi capire certe cose PURTROPPO grazie per i tuoi post un abbraccio da dietro Paolo
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