Ho incontrato persone incapaci di trattenere le lacrime, con le energie prosciugate dalla vita, che non sanno più combattere per nulla e si lasciano in un angolo, attendendo di morire.
Ne ho incontrate altre che non riescono più a ricordare come si piange, pronte a trasformare ogni tragedia in battuta di spirito, in eterna battaglia, ricolme di rabbia energetica, ma consapevoli sia di non poter vincere la guerra, sia di non riuscire ad arrendersi o concedersi una tregua, per quanto siano
sfinite.
Conosco persone con l'anima colma di
segreti tali da togliere il fiato, cui devi strappare parola dopo
parola quel peso, affinché trovino il coraggio di fidarsi e
condividere pensieri orribili.
Conosco altre persone che sono libri
aperti, raccontano se stesse sin nel minimo, intimo, dettaglio, tenendosi dentro unicamente la consapevolezza che nessuna parola o frase ben
costruita potrà comunque trovare vera comprensione negli altri.
Ho visto persone tenere la propria
maschera ben stretta sulla faccia, temendo di andare in pezzi nel
momento in cui avessero osato slacciarsela, mostrando il proprio vero
volto.
Ne ho viste altre sfilarsi maschera
dopo maschera, con naturalezza e senza timore, disperatamente
pronte a strapparsi di dosso anche l'ultima - quella che si è
annidata ormai sotto diversi strati di pelle, carne e sangue -, ma senza sapere più
come fare.
Ci sono mali facili da riconoscere, non
necessariamente da trattare, ma così evidenti che a tutti risulta
chiara la necessità che occorra fare qualcosa.
E ce ne sono altri che nessuno sospetta
e aggiungono al dolore comune a tutti gli uomini, una sconfinata landa di solitudine.
Chi vorrebbe cambiare e non sa come
fare.
Chi non ha mai creduto che cambiare
fosse semplicemente un'opzione.
Chi non ha la tempra.
Chi è stato forgiato nel fuoco e non
riesce nemmeno a immaginare un mondo che non sia duro.
Chi non sa nuotare e urla e si dimena
per chiede aiuto.
E il nuotatore provetto, che si lascia trascinare
verso il fondo dalle gelide acque, senza emettere un suono.
Ogni forza nasconde un'indicibile debolezza.
E scrivo tutto ciò, affinché non
commettiate i miei stessi errori e finiate col non vedere quante cose
che vanno male si nascondono dietro quel “Tutto bene, grazie”.
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