In questi giorni la campagna “Adottauna barriera e abbattila” mi sta dando grandi soddisfazioni e diverse coliti. Che
poi, se esiste un colmo dei colmi per un miopatico è proprio avere la colite spastica.
Le soddisfazioni vengono da
persone normalissime che, armate di sega, chiodi e martello, come novelli
Mastro Geppetto, mettono giù pedane a regola d’arte per farci accedere a
librerie, ristoranti e pub. La colite mi coglie invece quando mi raccontano
cosa viene detto loro dai passanti o, peggio, da assessori e sindaci, come
ringraziamento per questo servizio alla comunità.
Una libraia mi ha ad esempio raccontato che, mentre mai nessuno le aveva fatto notare che il suo negozio era inaccessibile ad una sedia a rotelle, il giorno stesso che ha piazzato la pedana, ben due bipedi l’hanno ammonita: “Poi se uno inciampa, lo sa che deve pagare lei?”.
Allora, innanzi tutto ho sempre visto ovunque cartelli con scritto “ATTENTI AL GRADINO”, ma mai “ATTENTI ALLO SCIVOLO”.
In secondo luogo, se un bipede va
in giro ascoltandosi Gigi D’Alessio a palla e mandando SMS invece di guardare
dove mette i piedi, se inciampa in una pedana e muore, scusate, ma questa io la
chiamo selezione della specie. Certo potrebbe pure salvarsi e spaccarsi la
colonna vertebrale, ma poi vedi che tempo un mesetto ringrazierà per quella
pedana.
Cioè, fatemi capire, secondo
questa gente, io non posso entrare a farmi una birra al pub solo perché alcuni
bipedi vanno in giro come dei rincoglioniti pure da sobri?
Mi permetto di farvi
notare che io guardo dove metto le ruote quando vado in giro. Così non fosse,
con una carrozzina a motore da 116 chili, il numero dei disabili aumenterebbe
drasticamente ogni volta che esco di casa.
Poi arriva il Sindaco di un
Comune in provincia di Macerata, che alla richiesta di rendere fissa una
bellissima pedana costruita a regola d’arte, ha obiettato: “Non credo che l’Associazione ciechi sarebbe d’accordo.” Ma che
cosa crede di fare, mettere gli handicappati uno contro l’altro? Siamo
handicappati sì, ma mica scemi eh! Scusi
Sindaco, ma lei ha mai visto come va in giro un cieco? Non so se dalle sue parti usino camminare a tentoni, rasente i muri, rischiando di inciampare in
bidoni, zerbini e tavolini messi fuori dai locali. Io quelli che vedo a
Milano vanno in giro col bastone telescopico o col cane… se non si possono
permettere il cane guida, allora sono a braccetto di un bipede, che costa un po’
meno. Però il dubbio mi è venuto, così ho chiesto a qualche ciecato residente
dalle sue parti. Pare che non solo non abbiano nulla contro gli scivoli per
sedie a rotelle ben fatti, ma che, essendo ciechi, non vedano l’ora di dirle
invece cosa pensano di certi marciapiedi e percorsi tattili che finiscono
addosso a piloni e fioriere del Suo Comune. Mi sono state anche inviate delle
foto di “scivoli” costruiti proprio dal Comune e, se fossi portata a pensare
male, direi che sono stati costruiti per eliminare alla radice il problema
delle sedie a rotelle.
Allora, cari bipedi ficcanaso,
Assessori alle politiche naziste e Sindaci pro-ciechi immaginari, facciamo così: invece di far pubblicamente finta che v’importi di
abbattere le barriere architettoniche, salvo sfracassare i maroni quando ciò
viene fatto - e pure bene -, siate almeno onesti con voi stessi e con il resto del
mondo diversamente abile. Ammettete pubblicamente che non ci volete tra le
palle. Posso pure capirvi eh: non è che siamo sto gran spettacolo da vedere in
giro per le strade.
Dal canto mio, voglio essere altrettanto
onesta: mi avete sfrucugliato le ovaie con le vostre leggi a favore dell’abbattimento
delle barriere architettoniche e le vostre prassi per il mantenimento delle
stesse. Che tra l’altro, alcune norme sugli scivoli ve le inventate di sana pianta
solo perché, non dovendo farvi le gincane per andare in giro nei Vostri Comuni
come noi, vi rimane troppo tempo per sparare cazzate.
Per quanto mi concerne, le vie
diplomatiche hanno fallito in diversi casi e sono pronta alla guerra. Parto
perfino avvantaggiata che già non cammino, mica come quelli che sono andati in
Vietnam e avevano due gambe da perdere.
Sono arrabbiata e delusa, non
dalla cattiveria umana, ma dal perbenismo dilagante che perpetua una società in
cui invece di risolvere i problemi, si lascia tutto com’è, per paura di sbagliare. Il problema è che qui è già tutto sbagliato.
Poi altro che darmi del Guru e
invitarmi a presentare in Comune il mio libro: i guru si stendono sui letti di
chiodi e fanno gli scioperi della fame. Io non sono nata per soffrire, ma se
proprio devo farlo, sarà mia premura ricambiare il favore.
Oh Sindaco... non guardare la pagliuzza nell'occhio del commerciante che costruisce lo scivolo, ma guarda la trave in mezzo al tuo percorso per non vedenti (non che lo scivolo ti sia venuto meglio eh).
Nessun commento:
Posta un commento