Il Papa in questi giorni è a Milano e un sacco di gente si aspetta che io, in quanto disabile, sia interessata all'evento. L'altro ieri, addirittura, un collega pendolare ha mostrato interesse per le sorti della mia anima:
"Non vieni a vedere la Messa del Papa? Se partecipi, c'è l'indulgenza plenaria."
"Se il Papa vuole essere perdonato, deve venire a Lui a casa mia e comunque non garantisco."
Le persone spesso non capiscono che credere è più difficile per un disabile, soprattutto a causa delle risposte del cazzo che ti propinano i religiosi.
"Perché proprio a me?"
"Perché Dio mette alla prova i suoi figli più amati."
"Con tutte le persone a cui sto sul culo, proprio a Lui dovevo piacere?!"
"Il male non viene da Dio, ma dall'uomo..."
"Sì, ma se Lui è onnipotente, invece di stare a guardare, potrebbe rimediare. Io questa la chiamo 'omissione di soccorso' ed è un reato."
"Tramite persone come te, Dio dà agli uomini la possibilità di redimersi."
"Punirne una per educarne cento? Come i terroristi..."
"La tua condizione ti offre una via preferenziale verso il Regno dei cieli."
"Mi creda Padre, con tutte le maledizioni che tiro, la mia condizione mia ha spianato da un pezzo la strada per l'Inferno."
"Ognuno porta la sua croce."
"Con tutto il rispetto, la sua mi pare leggerina. Non è che per un po' mi regge questa? Pure con Gesù l'hanno fatto!"
"Il calvario è redenzione, per te come lo è stato per Cristo."
"Pure lui bestemmiava lungo il tragitto?"
"E' colpa del peccato originale."
"Puttana Eva!"
"Devi avere Fede!"
"Per Carità, non mi tiri fuori le virtù teologali, perché non c'è Speranza!"
Sono risposte come queste, che escono irriverentemente dalle mie labbra, a farmi sperare che il Dio cristiano infondo non esista, perché altrimenti la mia sorte ultraterrena è segnata.
La verità è che i Padri religiosi non hanno mai imparato la regola d'oro di ogni padre laico: quando tuo figlio entra nella fase del "perché?", l'unica risposta possibile, spesso è: "perché sì".
Eppure dovrebbero saperlo, dato che sono i preti ad aver inventato il "mistero della fede", che non è altro che un modo gentile per dire: "non lo so, ma lo ha detto Lui".
Eppure dovrebbero saperlo, dato che sono i preti ad aver inventato il "mistero della fede", che non è altro che un modo gentile per dire: "non lo so, ma lo ha detto Lui".
Se sto cercando di diventare atea è grazie alla Chiesta: Una, Santa, Cattolica e Apostolica.
Per anni sono stata praticante e addirittura catechista. A dirla tutta, non solo all'Università Cattolica ho sostenuto i tre esami obbligatori di Teologia, ma li ho addirittura superati cum laude. E, a ben vedere, questa mia discreta conoscenza della Chiesa e delle Scritture non è che abbia reso un gran servizio al Dio cristiano. A volte mi sento un po' come il diavolo: in grado di citare correttamente le Scritture, non esattamente al fine della catechesi.
Potrei insinuare un sacco di dubbi ai credenti, ma non lo faccio per il semplice motivo che li invidio.
Io vorrei poter credere, per avere qualcuno con cui incazzarmi.
E' inverosimilmente frustrante trovarsi di fronte alla sofferenza e all'ingiustizia e non potersela prendere con nessuno. Ed è ancora più frustrante pensare che se non riesco a credere è probabilmente colpa di Dio.
Dio mi ha donato troppo senso critico per riuscire a credere in Dio.
La fede del resto, pare sia un dono, che evidentemente non ho ancora ricevuto. O forse è un dono che ho perso il giorno in cui una suora mi disse:
"Se avessi tanta fede quanto un granello di senape, saliresti queste scale."
"Madre, se lei avesse fede quanto un granello di senape, mi porterebbe in braccio."
Lei non volle nemmeno provarci a sollevare sessanta chili di disabile e io non accetto che qualcuno con una trave gigante nell'occhio fissi la mia pagliuzza.
Se devo ritenere che sia colpa mia, allora preferisco credere nella reincarnazione e pensare che sia stata una scelta.
Ho deciso di reincarnarmi in una disabile, perché nella vita precedente pensavo di essere abbastanza forte da sopportarlo e trasmettere dei messaggi che un giorno potrebbero cambiare una piccola parte di mondo. Probabilmente ho sovrastimato le mie capacità, ma continuerò a impegnarmi sino alla fine. Però, per la prossima reincarnazione, prenoto subito un fisico perfetto, un pacco di soldi e diverse case nelle località più suggestive del mondo.
Dopo questa vita, mi ci vuole proprio una vacanza!
Pare che non si ricordi nulla delle nostre vite precedenti. Ebbene, vista la mia convinzione, penso di essere difettosa. L'eccezione. Sicuramente sono stata una strega. Non ridere, ti prego, ma per essere così incazzata con la chiesa, sicuramente devono avermi rosolata per bene e senza aromi. Sono incazzata per le ingiustizie quotidiane, sotto gli occhi di tutti, per quelle che vivo in prima persona e per quelle ben più pesanti delle mie, che vivono gli altri. Non è altruismo, credimi, ma raziocinio. Se più o meno avessimo tutti la stessa "portata" di sfighe e croci sulle spalle, forse sarei propensa a credere a un "disegno divino", qualcosa che mi sfugge. Insomma, colpa mia che non riesco a capire. Il fatto è che ci sono abissi e corsie preferenziali anche e soprattutto per le sofferenze. E Dio, essere così onnipotente e perfetto, non può aver combinato un tale casino. I casini li combinano gli uomini. I politici, ma loro non sono Dio, e noi non li perdoniamo. Da Dio non riesco ad accettare queste "sviste" e neppure il suo senso dell'umorismo. Sapevo che le persone divorziate non possono fare la comunione. Ignoravo che non potessero confessarsi (e comunque sono fortunate e non lo sanno, almeno hanno una scusa quando di fronte al cospetto del Signore dovranno giustificare questa mancanza). Mi domando come sia possibile, visto che un condannato, un assassino uno stupratore, ha diritto alla confessione per alleggerire l'anima. Ma le mancate risposte si risolvono con la parola "Mistero" e "Fede". Comodo e forse tutto questo non è un disegno divino, bensì una macchina umana che è sempre esistita. I motivi che mi fanno prendere le distanze dalla Chiesa sono tantissimi e risalgono alla mia infanzia con un incontro ravvicinato con le suore. Ho sorriso quando hai menzionato la suora, perchè sono fermamente convinta che l'origine della cattiveria nasca da queste odalische del Signore. Ho smesso di credere in un Dio astratto per abbracciare la fede del "mio Dio". "Oh mio Dio", già, quello che ripeto ogni volta che la stanchezza mentale prende il sopravvento. Ciao.
RispondiEliminaNon ti prenderò in giro per la tua convinzione di essere stata una strega nella vita precedente. Ho un'amica che sostiene fermamente di ricordare benissimo che nella vita precedente già ci conoscevamo e che io ero un maestro zen giapponese. Se così fosse, l'unica intuizione che devo aver avuto alla fine, deve essere stata che non ero fatto per lo zen ;)
EliminaQuando a questa vita, l'unica cosa che so con certezza, è che se sono sono qui e ho questo carattere di merda, ci deve essere un motivo, non necessariamente positivo.
Engy cara, abbiamo un percorso di "fede" molto simile, lo sai. E trovo fastidiosamente disarmanti tante argomentazioni di credenti, o professati tali. Sono assolutamente sicura che ci voglia molto più coraggio a non credere che non a lasciarsi cullare dalla rassicurante idea di un Padre buono che ti perdona sempre e chiede in fondo davvero poco: fate quello che vi dicono i miei rappresentanti sulla Terra e senza farvi troppe domande. O almeno datevi le risposte che vi suggeriscono. Pericoloso da sempre avere un cervello e usarlo pure. Quanto alla storia dello zen: io ero la vostra sguattera... Se mi vedi su un tatami capisci. :-*
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