Il Vendicativo con delega
Il Vendicativo, al seguito di
personaggi illustri non necessariamente intelligenti, come Salvini,
evolutivamente parlando, è rimasto al codice di Hammurabi. Occhio per occhio,
dente per dente, ma se gli hanno solo sparato, meglio aumentare la dose, che se no muoiono subito e non soffrono abbastanza. Magari ecco, Salvini lo hanno sempre considerato un cretino su tutto il resto,
però su sta cosa qua ha ragione. Noi vittime innocenti, loro pazzi fanatici. Il
punto è che hanno cominciato “loro” e ciò autorizza di default il Vendicativo a rendere la pariglia.
Nemmeno da mettere in dubbio che la colpa stia tutta dalla parte di là. Noi li
accogliamo e loro vedi come ricambiano? Vogliono dettar legge a casa nostra,
dirci cosa è giusto o sbagliato, insegnarci come vivere e chi pregare… Sì
insomma, si comportano più o meno come qualsiasi cattolico, ma facendo riferimento al Dio
sbagliato. Al Vendicativo non devi nemmeno provare a dire che non è che le
abbiamo proprio “bene accolte” queste persone. Insomma, accogliere significa
far sentire l’altro a proprio agio e ben voluto e non credo che prendere per il
culo in modo volgarotto ciò in cui crede, rientri nel termine “accoglienza”.
Fermo restando che qualche vignetta dissacrante non è un buon motivo per
uccidere… anche se mi sforzo da ore di trovare un qualsiasi buon motivo per
uccidere. Ma il Vendicativo invece ce l’ha: se hanno ucciso, uccidili,
possibilmente in modo cruento. Dubito poi che un qualsiasi Vendicativo se la
sentirebbe di applicare direttamente una sola delle torture che auspica. Sì
insomma, vanno torturati, stuprati, spellati vivi, bruciati e dati in pasto ai porci, ma nome e cognome di chi
deve farlo non si sa. Personalmente, io eviterei non solo i terroristi, ma pure
chi se la sentisse di porre in essere certe rappresaglie… e credo pure il Vendicativo in fondo.
Il vero problema del Vendicativo, è che non conosce direttamente nessun terrorista, perché pare che non vadano in giro dichiarandosi tali se non a strage ultimata. Quindi, per non sbagliare, lui rimanderebbe al proprio paese tutti i mussulmani, senza distinzioni di sesso, età o pratica religiosa, dimostrando tra l'altro di confondere il concetto di religione con quello di Paese di origine. Sì insomma, se la carnagione vira sul brunito e tengono la barba tipica di quelli lì o il burqua, che tornino in Mussulmania. Tanto qui non si integrerebbero mai con noi, che nel 2015 mandano ancora in giro le donne col velo! E almeno su questo argomento, io in effetti ammetto che non saprei come ribattere, ma magari le suore sì.
Il vero problema del Vendicativo, è che non conosce direttamente nessun terrorista, perché pare che non vadano in giro dichiarandosi tali se non a strage ultimata. Quindi, per non sbagliare, lui rimanderebbe al proprio paese tutti i mussulmani, senza distinzioni di sesso, età o pratica religiosa, dimostrando tra l'altro di confondere il concetto di religione con quello di Paese di origine. Sì insomma, se la carnagione vira sul brunito e tengono la barba tipica di quelli lì o il burqua, che tornino in Mussulmania. Tanto qui non si integrerebbero mai con noi, che nel 2015 mandano ancora in giro le donne col velo! E almeno su questo argomento, io in effetti ammetto che non saprei come ribattere, ma magari le suore sì.
Il Martire sulla carta
Il Martire non ha ancora capito cosa sia successo, perché o quanti morti e feriti ci sono stati, che ha già offerto il proprio perdono a tutti. Cosa incredibilmente facile, tra l’altro, se non hanno ammazzato gente che conosci. Certo, il Martire è sensibile e si commuove sinceramente un po’ per qualsiasi cosa, ma la sua rielaborazione del lutto è incredibilmente veloce, spesso molto più veloce di quella del Vendicativo, che non si dà pace fino a che non vede almeno un terrorista sforacchiato sul selciato. Il Martire ama tutti e accetta tutti, ma nella maggior parte dei casi non saprebbe annoverare nemmeno il nome di un conoscente mussulmano. Però inneggia la pace, l’amore, la tolleranza, in un mondo dove tutti convivono serenamente, quando la realtà dei fatti è che spesso non riusciamo a coabitare in armonia nemmeno col nostro coinquilino che lascia alzata la tavoletta del water e non usa il sottobicchiere.
Il Martire non ha ancora capito cosa sia successo, perché o quanti morti e feriti ci sono stati, che ha già offerto il proprio perdono a tutti. Cosa incredibilmente facile, tra l’altro, se non hanno ammazzato gente che conosci. Certo, il Martire è sensibile e si commuove sinceramente un po’ per qualsiasi cosa, ma la sua rielaborazione del lutto è incredibilmente veloce, spesso molto più veloce di quella del Vendicativo, che non si dà pace fino a che non vede almeno un terrorista sforacchiato sul selciato. Il Martire ama tutti e accetta tutti, ma nella maggior parte dei casi non saprebbe annoverare nemmeno il nome di un conoscente mussulmano. Però inneggia la pace, l’amore, la tolleranza, in un mondo dove tutti convivono serenamente, quando la realtà dei fatti è che spesso non riusciamo a coabitare in armonia nemmeno col nostro coinquilino che lascia alzata la tavoletta del water e non usa il sottobicchiere.
Il
Martire non crede nella violenza come soluzione ai problemi: lui al massimo
metterebbe chi sbaglia in prigione, ma trattandoli bene, che non bisogna mica
scendere al loro livello. Perché, anche se non lo ammetterebbe mai, questo è il
Martire: una creatura misericordiosamente superiore. Non ha forse Gesù perdonato i suoi
carnefici? E il Martire è pronto a fare altrettanto, salvo che non è mai stato
martirizzato. Per come la vedo io, troppo facile perdonare se non ti hanno
davvero sparato almeno al cane. Tutti bravi a fare i Martiri con i morti degli altri.
Lo Scienziato
Appena partono le prime ANSA su un attentato, lo Scienziato ha imparato tutto quel che c’è da sapere su Charlie Hebdo e la Jihād, in mezza dozzina di click, ma si era già fatto una precisa ed immutabile opinione dopo la prima googlata. Rispolvera la Fallaci, di cui non ha mai letto un intero libro, ma che sa citare a memoria e la chiama a testimoniare dalla tomba sui fatti attuali.
Lo Scienziato per natura è tollerante, anche se non tace la propria convinzione che tutto questo non sarebbe mai successo se non fossero mai esistite le religioni. Beh, certo, per essere del tutto al sicuro, dovremmo abolire anche la politica, che pare sia al primo posto come matrice di atti terroristici e magari pure lo sport, che qualche ultrà a volte si lascia prendere la mano. Il bello dello Scienziato è che usa parte di quello che sa per giustificare la teoria che gli preme al momento, ben sapendo che gli altri tanto sono ignoranti e difficilmente lo contraddiranno. Insomma, prende alcuni fatti veri e li usa per dimostrare che ha ragione, come se ogni verità scientifica non fosse infarcita anche da contro-prove. Quello che lo Scienziato lascia trasparire, è che il suo è un parere autorevole, in quanto sa un sacco di cose, mentre in realtà sa solo come cercare rapidamente delle informazioni spicciole.
Come la risolverebbe lui? Qui gli Scienziati si dividono: per alcuni uno Stato laico, colto e democratico è la panacea di ogni male, ma non è ben chiaro come estirperebbero tutta l’ignoranza e le false credenze del popolo. Per altri, semplicemente non ce n’è: l’uomo come specie è destinato ad autodistruggersi ma tanto, quando accadrà, lo Scienziato sarà già morto e perderà l’ennesima occasione di dire: “Ve l’avevo detto!”.
Lo Scienziato
Appena partono le prime ANSA su un attentato, lo Scienziato ha imparato tutto quel che c’è da sapere su Charlie Hebdo e la Jihād, in mezza dozzina di click, ma si era già fatto una precisa ed immutabile opinione dopo la prima googlata. Rispolvera la Fallaci, di cui non ha mai letto un intero libro, ma che sa citare a memoria e la chiama a testimoniare dalla tomba sui fatti attuali.
Lo Scienziato per natura è tollerante, anche se non tace la propria convinzione che tutto questo non sarebbe mai successo se non fossero mai esistite le religioni. Beh, certo, per essere del tutto al sicuro, dovremmo abolire anche la politica, che pare sia al primo posto come matrice di atti terroristici e magari pure lo sport, che qualche ultrà a volte si lascia prendere la mano. Il bello dello Scienziato è che usa parte di quello che sa per giustificare la teoria che gli preme al momento, ben sapendo che gli altri tanto sono ignoranti e difficilmente lo contraddiranno. Insomma, prende alcuni fatti veri e li usa per dimostrare che ha ragione, come se ogni verità scientifica non fosse infarcita anche da contro-prove. Quello che lo Scienziato lascia trasparire, è che il suo è un parere autorevole, in quanto sa un sacco di cose, mentre in realtà sa solo come cercare rapidamente delle informazioni spicciole.
Come la risolverebbe lui? Qui gli Scienziati si dividono: per alcuni uno Stato laico, colto e democratico è la panacea di ogni male, ma non è ben chiaro come estirperebbero tutta l’ignoranza e le false credenze del popolo. Per altri, semplicemente non ce n’è: l’uomo come specie è destinato ad autodistruggersi ma tanto, quando accadrà, lo Scienziato sarà già morto e perderà l’ennesima occasione di dire: “Ve l’avevo detto!”.
Ecco, questi grosso modo sono i
macro-greggi di pecore delineati in questi giorni, più la mia
categoria preferita, che è quella del Sicuri-polimorfi, che in pratica
condividono ora un pensiero, ora l’altro, a seconda del contesto.
A che categoria appartengo io? Non lo so. La verità è che non so praticamente un cazzo di religione mussulmana e tanto meno di Jihād, ISIS o terrorismo islamico. A dirla tutta, credo che non saprei distinguere un mussulmano da un ebreo... mi confondo sempre chi si mette la tovaglia da pizzeria in testa e chi la coppetta del Papa. Del resto, davanti a simili gesti, l'ultima cosa che mi interessa sapere è di che religione, partito o squadra fosse chi ha ucciso. Non esiste nessun valido motivo per uccidere e il fatto che mio suocero sia ancora vivo lo dimostra.
Non fosse che a
Psicologia mi hanno insegnato che tendiamo sempre a vedere la malattia mentale
laddove non riusciamo a concepire i gesti di un essere umano, me la sarei
cavata dicendo che per me tutti i terroristi sono malati di mente instabili,
che più che uccisi, andrebbero diagnosticati per tempo e imbibinati di Haldol e Roipnol.
Ma è troppo semplice dire che uno è matto solo perché fa qualcosa che la maggior parte delle persone che conosci non farebbe. Con questo criterio, puoi ricoverare chiunque non sia, chessò, comunista... non che in passato non sia stato fatto eh!
L’unica opinione che mi sono fatta è che posso capire chi, non avendo forse di
meglio nella vita, si lascia invischiare sino alla morte dall’unica cosa che lo
fa sentire accettato ed importante. Non dubito che per essere il
tizio che spara o che si fa saltare in aria in nome di Dio, non serva essere
cattivi, quanto disperatamente bisognosi di appartenere a qualcuno o a
qualcosa. Poi la convinzione che “i cattivi” siano quelli "di là" potrebbe forse convince pure alcuni Vendicativi locali a premere il grilletto.
Faccio invece molta più fatica a capire cosa si prefiggano le organizzazioni
dietro a questi poveri fantocci facilmente manovrabili. Insomma, se hai
davvero campi di addestramento e cellule dormienti da risvegliare a comando,
non puoi essere un cretino qualunque. Ma se non sei cretino, cosa ti prefiggi
con un attacco come quello a Charlie Hebdo, di vendere più copie? Dai, siamo
seri. Pure io ho fatto la figa fingendo di aver sempre saputo cosa fosse
Charlie Hebdo, ma se oggi conosco almeno alcune delle sue vignette più grette e
offensive è solo merito dei terroristi. Ecco… mi sfugge la logica, ma forse perché
sono capace di comprendere che singoli individui si comportino in modo
illogico, mentre dai gruppi terroristici ben organizzati mi aspetterei qualcosa
di più. La ragione non può essere quella di spaventare qualcuno, perché se
davvero esiste una “Mente”, deve essere abbastanza sveglia da capire che
di fronte al nemico ci si unisce, mica ci si sparpaglia in giro per fungere da
facili bersagli. Prima c’era un Charlie Hebdo, oggi ce ne sono miliardi:
complimenti per il risultato eh!
Ecco, questo vorrei capire. Non
la logica degli esecutori, ma quella delle presunte organizzazioni che hanno
alle spalle. Perché se un fine è stato raggiunto, è solo quello di aver fatto
sentire fratelli dei popoli che prima si sfottevano a vicenda e di avergli dato
un nemico tanto comune quanto confuso. Che poi, quale grande atto terroristico
sarà mai stato? Tre imbranati armati di kalashnikov hanno ucciso dodici persone,
laddove un adolescente incasinato in una qualsiasi scuola americana in
passato ha mietuto molte più vittime, pure più carine.
Non ci vuole un genio per procurarsi un arma e sparare e nemmeno un motivo. Per questo non ho paura dei mussulmani… non più di quanta ne abbia dell’emo sfigato che vive in fondo alla mia via. Ecco di cosa dovremmo avere tutti davvero paura: di quello che può fare una persona non integrata in un tessuto sociale variegato. Di ciò a cui può decidere di sacrificare la propria vita, pur di sentirsi parte di qualcosa. E le uniche armi a nostra disposizione, non sono la vendetta, il perdono o la cultura, ma l’attenzione all’altro e ai bisogni fondamentali dell’uomo.
Ecco su cosa dovremmo ragionare dopo le prime naturali reazioni che tutti abbiamo avuto nei giorni scorsi. Siamo umani e, davanti alla minaccia, attacchiamo o fuggiamo. Questo è ciò che abbiamo fatto tutti: abbiamo sparato nel mucchio o siamo fuggiti alla cieca. Ci siamo arrabbiati e abbiamo espresso pensieri orribili, facendoci più grandi di quel che siamo, perché chi si mostra debole, potrebbe essere scambiato per una preda. Oppure abbiamo avuto paura, ci siamo chiesti se annullare quel viaggio, ci siamo domandati dove andremo a finire e, magari, per sentirci meno impotenti, abbiamo dato la colpa ai giornalisti, perché chi si comporta sempre bene, non rischia certe cose. Infine abbiamo cercato di razionalizzare, di cercare cause, ragioni, spiegazioni, illudendoci che sapendo, verificando, spiando, arrestando, tutto tornerà sotto controllo. Noi siamo stati almeno per un istante il Vendicativo, il Martire, lo Scienziato. Io lo sono stata e lo sono ancora a tratti, e non me ne vergogno: ogni uomo reagisce così davanti ad un attacco. Ma ora proviamo a ragionare davvero, perché questa non è una guerra in cui servano Punitori, Martiri o Eroi. Non esiste causa al mondo che possa definirsi "una buona causa", se chiede a qualcuno di morire per essa. Si può morire per qualcuno fatto di carne e ossa, non per qualcosa e tanto meno per Dio, che credo sia abbastanza grande e grosso da non necessitare di difensori. Chiunque asserisca il contrario, è un terrorista disposto a dar via la propria vita solo perché non ha avuto modo di amarla abbastanza.
Non ci vuole un genio per procurarsi un arma e sparare e nemmeno un motivo. Per questo non ho paura dei mussulmani… non più di quanta ne abbia dell’emo sfigato che vive in fondo alla mia via. Ecco di cosa dovremmo avere tutti davvero paura: di quello che può fare una persona non integrata in un tessuto sociale variegato. Di ciò a cui può decidere di sacrificare la propria vita, pur di sentirsi parte di qualcosa. E le uniche armi a nostra disposizione, non sono la vendetta, il perdono o la cultura, ma l’attenzione all’altro e ai bisogni fondamentali dell’uomo.
Ecco su cosa dovremmo ragionare dopo le prime naturali reazioni che tutti abbiamo avuto nei giorni scorsi. Siamo umani e, davanti alla minaccia, attacchiamo o fuggiamo. Questo è ciò che abbiamo fatto tutti: abbiamo sparato nel mucchio o siamo fuggiti alla cieca. Ci siamo arrabbiati e abbiamo espresso pensieri orribili, facendoci più grandi di quel che siamo, perché chi si mostra debole, potrebbe essere scambiato per una preda. Oppure abbiamo avuto paura, ci siamo chiesti se annullare quel viaggio, ci siamo domandati dove andremo a finire e, magari, per sentirci meno impotenti, abbiamo dato la colpa ai giornalisti, perché chi si comporta sempre bene, non rischia certe cose. Infine abbiamo cercato di razionalizzare, di cercare cause, ragioni, spiegazioni, illudendoci che sapendo, verificando, spiando, arrestando, tutto tornerà sotto controllo. Noi siamo stati almeno per un istante il Vendicativo, il Martire, lo Scienziato. Io lo sono stata e lo sono ancora a tratti, e non me ne vergogno: ogni uomo reagisce così davanti ad un attacco. Ma ora proviamo a ragionare davvero, perché questa non è una guerra in cui servano Punitori, Martiri o Eroi. Non esiste causa al mondo che possa definirsi "una buona causa", se chiede a qualcuno di morire per essa. Si può morire per qualcuno fatto di carne e ossa, non per qualcosa e tanto meno per Dio, che credo sia abbastanza grande e grosso da non necessitare di difensori. Chiunque asserisca il contrario, è un terrorista disposto a dar via la propria vita solo perché non ha avuto modo di amarla abbastanza.
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