mercoledì 29 giugno 2016

LETTERA AD UN EROE, SUO MALGRADO

Io in passato ho avuto Trenord e ora tu, fratellino mio, hai dichiarato guerra ad ATM e Comune di Milano. Solo l'idea di questa nuova battaglia mi sfinisce e manco la sto guidando io. Lo sai, ci sono già passata e ci passo tutti i giorni. Vedo in te quella rabbia e quella forza che ci è stata instillata da genitori incredibili. E so benissimo che, come me, la notte piangi il più piano possibile, per non far soffrire ulteriormente chi ci ama e ci è sempre vicino. 
Ti ammiro, non perchè lotti per vivere e lavorare: entrambi sappiamo che l'alternativa è molto peggio. Ti ammiro perchè rifiuti soluzioni fatte solo per te, pur di tenerti buono. Ti ammiro perchè già che devi lottare, hai scelto di farlo per tutti, anche per chi non ci riesce da solo. E' tua madre che ci ha inculcato che, visto che abbiamo tanta lingua, dobbiamo usarla per difendere anche chi non ha la stessa voce. Io però in passato ho accettato delle soluzioni di comodo: ho risolto i miei problemi e ho pensato che gli altri facessero altrettanto per se stessi. Non sono una paladina, non voglio esserlo. E so che nemmeno tu ti senti tale e che anzi la cosa ti fa incazzare quanto fa incazzare me. Perchè non vuoi essere un eroe ed è orribile pensare che denunciare un disservizio faccia automaticamente di te un eroe. 
Non dovrebbe andare così il mondo, ma questo abbiamo e in questo dobbiamo vivere.
Vorrei dirti che prenderei volentieri questo peso sulle mie spalle, che sono grande, più grande... troppo grande. La tua forza mi sta facendo capire quanto la mia sia sopravvalutata. 
Una volta pensavo di doverti insegnare come difenderti, ma ora ho capito inequivocabilmente che sei più bravo, anche su questo. 
A 41 anni suonati viene un po' voglia di lasciar perdere, ma come faccio se un pivello come te, con un mucchio di anni in meno, riesce a smuovere una Paese? Ok, pare che la nostra famiglia non debba conoscere tranquillità durature. E sia: vedo di capire dove ho riposto la mia cazzo di armatura scintillante e ti raggiungo, fottuto kamikaze! - Simone Gambirasio

giovedì 23 giugno 2016

Sogni da handicappato

Da oggi sono in libreria con un nuovo, ampliato e non censurato “Mi girano le ruote”. Uscire con un post proprio in questo giorno potrebbe sembrare una coincidenza "sospetta" e invece no: è proprio marketing. Il mio fine ultimo è vendere più copie possibile, fare soldi e conquistare il mondo. Ovviamente l'ultimo punto è a medio-lungo termine.
 
Bene, ora che abbiamo chiarito che non sono una Onlus, posso anche dirvi che oggi è anche una buona occasione per pormi nuovi obbiettivi, che poi li si chiama obiettivi, perché “sogni” fa troppo "inguaribile romantica". E questo l’ho imparato dagli studenti con cui lavoro, purtroppo. Ogni volta chiedo loro: “Se tutto fosse possibile, quale sarebbe il tuo sogno?”. Ma nemmeno con la premessa del mondo ideale e ipotetico - quello dei MiniPony e di Scientology, per intenderci - osano confessare i propri desideri impossibili. Come se ci fosse qualcosa di vergognoso nel sognare in grande e le persone fossero autorizzate a parlare solo di obiettivi possibili e spesso, in quanto tali, terribilmente noiosi. Io invece ho sempre avuto grandi sogni, quasi tutti i sogni inconfessabili del mondo, tranne quello di camminare. E non perché più impossibile degli altri, ma perché non me ne frega niente da molti, moltissimi anni. Ognuno ha le sue, discutibili, priorità.
Dunque, oggi voglio condividere con voi i miei sogni e mi piacerebbe con questo spingervi a condividere i vostri, magari con qualcun altro, sempre che non mi paghiate la consulenza. Ma non mi interessano quelli che fate di notte, che già me li propinate in quanto psicologa: a me interessano quelli ad occhi aperti!
Ed ecco i miei, in rigoroso ordine sparso:
1)      Sogno che chi compra una copia di “Mi girano le ruote” la porti in un posto a me inaccessibile, la fotografi e la condivida. Voglio poter dire di essere arrivata sulla vetta di una montagna, in cima alla piramide di Kukulkan, in Tibet, nello spazio… ma pure in fondo a una scala a chiocciola, in un pub con gradini, in una stazione metro della Capitale o, ancora più incredibile, su un vecchio tram dell’ATM, proprio qui, a Milano. Siate le mie gambe e vi porterò nel mio cuore…
E se state pensando che questo desiderio sia puro marketing, siete più svegli di quel che immaginassi.
 
2)      Sogno che il mio libro sia letto ad alta voce da Alberto Angela, sempre che riesca a farlo senza ridere, altrimenti il fine autoerotico va in fumo. Insomma, se ce l’hanno fatta i Minions ad averlo come divulgatore, posso sperare pure io! Se serve a convincerlo, sono perfettamente in grado di blablaare per ore senza pronunciare una frase di vero senso compiuto: ho studiato Psicologia.
 
3) Sogno di poter salire come qualsiasi bipede su un qualsiasi mezzo di trasporto pubblico, dato che pago le tasse come tutti. E non sto parlando di un bus con pedana ogni tanto, ma anche della metro e dei tram, proprio come quando sono all’estero, in Paesi civili.
 
4) Sogno di andare nello spazio. In fondo ci è quasi andato pure Stephen Hawking e quello è più conciato di me. Sì, beh, lui è anche un genio oltre che disabile, ma io fingo bene.
 
5) Sogno di lavorare per l'ESA o per la NASA. Non necessariamente come astronauta, ma pure nella selezione del personale o come coach. Se ogni mattina posso auto-motivarmi a fare la pendolare Cairate-Milano con una sedia a rotelle, convincere degli aspiranti astronauti a sgobbare per raggiungere Marte sarà un gioco da ragazzi. Trovate il mio curriculum su Linkedin.
 
6) Sogno che mi impiantino direttamente nel cervello un chip in grado di guidare la carrozzina elettrica. Odio dovermi ricordare di accenderla per spostarmi. Ovviamente la carrozzina dovrebbe reagire solo ai comandi volontari e non ai temporanei impulsi omicidi... anche se sarebbe un buon alibi. Se poi la carrozzina facesse da sola pure le scale, si farebbe prima che a farmi abbattere tutte ste cazzo di barriere architettoniche.
 
7) Sogno di andare nelle scuole e parlare di inclusione con gli studenti, oltre che per cazzeggiare fuori ufficio. Perché, diciamocelo, a cambiare la mentalità degli adulti ci si deve sbattere il doppio per ottenere un terzo.
 
8) Sogno che inventino una pizza che non faccia ingrassare.
 
9) Sogno di continuare a viaggiare, ma senza dover litigare ogni volta per usare un mezzo di trasporto che dovrebbe essere mio diritto usare. Oppure prenotare in una stamberga con i miei amici, anziché star sola nel cinque stelle che è l'unico con la camera accessibile.
 
10) Sogno che anche altri disabili che di cognome non facciano "Gambirasio" imparino a rompere le palle, ma non sulle questioni di lana caprina, tipo "Mi ha chiamato handicappato anziché diversamente diverso". Sei handicappato: fattene una ragione!  Straccia le gonadi altrui per salire su un treno inagibile o altre cosucce che potrebbero davvero migliorarti la vita e lascia che delle diatribe terminologiche se ne occupi l'Accademia della Crusca.
 
Ora sta a voi decidere l'ordine di fattibilità dei miei sogni. Magari potreste pure darmi una mano a realizzarli, partendo dal punto 1), sempre che non siate Alberto Angela, di un'agenzia spaziale o dell'ATM.

P.S.: sentitevi ovviamente liberi di condividere il post, pubblicizzare il libro, fargli una marchetta...





venerdì 3 giugno 2016

La Scienza applicata da un handicappato

Nota dell'autore:
Il seguente post è incredibilmente divertente. Se non ti viene da ridere, torna a leggerlo dopo un breve ripasso delle nozioni base di Matematica, Geometria e Fisica, con brevi cenni di Biologia. Se un eczema pruriginoso ti è esploso sul corpo solo per aver sentito nominare queste materie, hai semplicemente avuto dei pessimi insegnanti, perché ti posso assicurare che sono materie con un gran senso dell'ironia... basta capirle, anche poco poco. Dai, proviamoci insieme... che fatti non fummo a viver come capre.

Pur condividendo lo stesso pianeta, sotto il medesimo Sole, le Leggi che governano il mondo dei disabili motori sono diverse da quelle che governano la vita dei bipedi. Fisica, Geometria e Matematica mi hanno sempre affascinato, ma in qualche modo sono sempre sfuggite alla mia comprensione. Poi, improvvisamente, qualche giorno fa ho capito! Fai conto che mi sia caduta in testa una mela e che da tale evento tecnicamente sfigato ne sia nato un nuovo paradigma d’interpretazione della mia realtà. 



Solo che nel mio caso non era una mela, ma un vasetto di olive denocciolate, riposto da un bipede ad altezza bipede. Un vasetto che io mi sono affannata per quindici minuti a tirar giù dal ripiano alto della credenza, con l’ausilio di una scopa, dello scotch, un gancio da appendi abiti ed un cuscino riposto a terra. Perché se sei su una sedia a rotelle, la Meccanica e la Fisica sono fondamentali, ma ancor più fondamentale è la Matematica. Altrimenti sbagli i calcoli della traiettoria del vasetto di olive e ti ritrovi con un bozzo oliviforme in mezzo alla fronte. Perché il bipede non ci pensa a me. Il bipede spesso e volentieri non pensa e basta. Perché egli non deve preoccuparsi di come fare le cose in un mondo a misura d’uomo, ove per “uomo” s’intende appunto un bipede. 
Io invece ci devo pensare e tanto… e pagare ogni errore di calcolo con bozzi e insuccessi. Insomma, il bernoccolo per la matematica mi è venuto col tempo... ed è stato doloroso. Ma pazienza: se non altro ciò mi ha resa un po' più intelligente del bipede medio. In effetti, col cavolo che farei cambio!
Poiché però ho molti amici scienziati, talvolta sbadati quando si tratta di barriere architettoniche, ciò nonostante inspiegabilmente intelligenti, ho deciso di condividere con loro alcune ipotesi di studio che andrebbero verificate in laboratorio. I disabili motori invece le verificano da sempre direttamente sul campo.

Ed eccola: la Scienza rivista e scorretta da un disabile!

Geometria imperfetta


Teorema di quello stronzo di Pitagora

In ogni triangolo rettangolo, il quadrato costruito sull'ipotenusa sta occupando abusivamente una rampa.



Legge dell’inesistenza della retta

La via più breve che collega un punto A ad un punto B è piena di barriere architettoniche.

Legge della misura scalare 

Per un disabile motorio, quando una cosa è ridotta in scala, è ridotta male.

Corollario: quando a un disabile viene chiesto di leggere un disegno in scala, il disabile lo legge in ascensore.

Leggi Fisiche sconvenienti


Legge sulla forza di gravità

La forza di gravità è troppo forte. Punto.

Leggi sulla caduta dei gravi

Quando un disabile cade è sempre grave.

Corollario: la legge oraria che descrive la caduta dei disabili è quella tipica del moto uniformemente sfigato.

Legge del moto disarmonico

Il bipede che cammina davanti al disabile che si sposta lungo una direttrice non sa  cosa sia il moto armonico, e nemmeno le frecce.


Le tre Leggi di Sclepero

L'orbita descritta da un disabile intorno alla sua destinazione è un'ellisse, di cui la scala occupa uno dei due fuochi.
Più il disabile è vicino alla scala, più si sposta velocemente per aggirarla.
Più il disabile deve attendere per la rivoluzione che abbatterà le scale, più gli usciranno gli occhi dalle orbite.

Leggi di composizione atomica alternativa

 Gli atomi che compongono il corpo di un disabile motorio hanno tutti carica negativa.
A caricare negativamente gli atomi che compongono un disabile motorio non è la capacità di attrarre elettroni: sono le barriere architettoniche e mentali.
Quando un bipede invita un disabile motorio ad essere più positivo, il disabile motorio aumenta ulteriormente la propria carica negativa.

Leggi di conservazione ingiusta della massa

Postulato: il disabile motorio è un sistema chiuso, in se stesso.

Legge sulla massa diversamente abile: la massa, soprattutto se grassa, si conserva. 
Legge sulla massa diversamente abile: chi ritiene che la massa si conservi sempre, non ha mai visto la massa muscolare di un disabile ipotonico. Nessuno l’ha mai vista.
La pedana non si crea, le barriere architettoniche non si distruggono.

Postulato del rapporto disabile motorio - Chiesa

Se entropia, esco troia.

Le leggi della termodinamica non si applicano ai disabili motori perché i gas da loro emessi sono affatto perfetti.

Corollario: i disabili motori non si scalderebbero a sufficienza nemmeno all’Inferno.

Materia oscura

La materia oscura esiste ed è direttamente osservabile, come ben sanno le persone che accompagnano il disabile motorio in bagno.


Proprietà matematiche del disabile motorio


Il rapporto assistente-assistito non gode della proprietà commutativa. Ovvero, invertendo l’ordine dei fattori, il risultato cambia.

2° Il disabile motorio gode della proprietà dissociativa. In effetti il disabile si dissocia, spesso e volentieri.


Biologia sfigata


Postulato: se è verde o si muove è Biologia.

Diversi disabili motori non possono essere oggetto di studio della Biologia.

Legge della filogenesi fobica

Anche per i disabili motori la filogenesi ricapitola l'ontogenesi, ma abbiamo un blocco psicologico sulla conquista della stazione eretta.


Legge mendeliana della vera trasmissione genetica

Il disabile è bello dentro: è il fenotipo che lo frega.
Quando si tratta dei bipedi, con la fecondazione, i gameti si combinano a caso. Quando si tratta dei disabili, con la fecondazione, i gameti di combinano ad minchiam.
Il carattere recessivo di una patologia rara può rimanere latente per diverse generazioni prima di manifestarsi nel disabile, perché al disabile la probabilità statistica gli fa una pippa.


Legge del muscolo ipotonico

La fibra muscolare di un disabile motorio non si eccita. 
Il disabile motorio si eccita comunque, specie se maschio, perché il pene non è un muscolo, capra!
Anche i muscoli diversamente abili si contraggono sulla base del principio tutto-o-nulla, solo che l’interruttore è incastrato sulla seconda posizione.


Psicometria ostile



I disabili motori mostrano evidenti resistenze psicologiche perché gli si chiede continuamente di valutare i propri atteggiamenti su una scala da 1 a 10.

Corollario: se invece delle scale Likert si usassero degli ascensori Schindler, i punteggi dei disabili ricadrebbero nella coda più figa di una curva Gaussiana.



Molto altro ci sarebbe da scoprire… siamo un multiverso a parte, un multiverso che sfortunatamente condivide la stessa dimensione spazio-temporale dei bipedi. Oppure sono io che ho sbagliato tutto e vivo nella realtà parallela sbagliata. Secondo la Fisica quantistica, se esiste un mondo pieno di barriere architettoniche, ne esiste pure uno dove non esistono. In fondo ho sempre pensato di essere nata nel mondo sbagliato…

P.S.: so di avere un sacco di amici e follower con un notevole sense of science-humor. Mi sta quasi frullando per la testa che ci si potrebbe scrivere un libro a più mani, sebbene oggi come oggi si dovrebbe dire a multi-tastiere. Se qualcuno di voi ha un'idea di variazione scientifica applicabile ai disabili di qualsiasi tipo, può inviarmela con nome e cognome (o pseudonimo) a abbattiunabarriera@gmail.com

Non abbiate timore di essere dissacranti: la Scienza non teme l'ironia... cosa che la differenzia sostanzialmente dalla Religione, grazie a Dio.