sabato 19 gennaio 2013

Le Brave Persone sono merce rara, per fortuna

Sono ragionevolmente certa che mai nessuno abbia detto di me: "Ecco, è proprio una Brava Persona".
A onor del vero, sono anche abbastanza sicura che nessuno mi abbia mai definita nemmeno una "Cattiva Persona", ma probabilmente qualche "Stronza" me lo sarò guadagnata.

Alla fine dei conti, cos'è una "Brava Persona"? Non intendo dire in senso generale, ma proprio quel genere di individuo che, quando lo dovete descrivere a qualcun altro, la prima cosa - e spesso anche l'ultima - che dite di lui è: "Guarda, è davvero una Brava persona".

Non riuscendo a prendere sonno questa notte, mi sono messa a pensare a quante "Brave Persone" io conosca e vi invito a fare altrettanto. 
So che è difficile concentrarsi a lungo quando tutti i muscoli del vostro corpo funzionano: magari sedetevi e provate a nominare almeno tre soggetti che conoscete da più di un anno, frequentate regolarmente e che definireste "Proprio una Brava Persona", senza se e senza ma. 

Se come me, vi siete fermati a due, probabilmente frequentate delle pessime compagnie.

O no?

Dopo aver individuato le uniche due persone che considero davvero corrispondenti al prototipo della "Brava Persona", ho cercato di delinearne le caratteristiche distintive.

Una Brava Persona sicuramente è qualcuno che si comporta bene. Eppure io conosco un sacco di gente che mica va in giro a pestare i vecchietti, ma che non definirei in tal modo.

Allora possiamo dire che una Brava Persona è il tizio sempre disponibile, ma non col genere di disponibilità dei miei amici o dei miei familiari. Io frequento solo persone che alla fine fanno di tutto - incluso portarmi al cesso - ma con commenti e ricatti del tipo: "Ma che soffri di prostata?" o "Però poi paghi un giro di birra". Vaglielo tu a spiegare che se continuano a chiedermi birre in cambio di una pisciata in compagnia, è fisiologico che si torni al punto di partenza!

In effetti non so come si comporterebbe una Brava Persona rispetto a situazioni potenzialmente imbarazzanti, soprattutto se sei del sesso opposto. Sicuramente non permetterebbero mai che mi facessi "le mie cosine addosso", ma ho sempre cercato di evitare di chiedere loro "certi favori". Credo sarebbe terribilmente imbarazzante esibire le mie terga a persone politicamente corrette perché, diciamocelo, le Brave Persone o non capiscono le battute o ne restano per lo più imbarazzate.

Molto meglio fare la pipì con qualcuno con cui puoi avere un dialogo:

"Hai da fare in questo momento?"
"Dipende, quanto ti scappa?"
"Siamo a Defcon 2"
"E scommetto che  la minaccia è di tipo batteriologico!"

"Già che mi tiri su, ti sembra che sia ingrassata?"
"O ti metti a dieta o ti cateterizzo con le mie manine!"

"Va' che ho le mie cose..."
"Perché, volevi fare sesso in un bagno pubblico?"

"Dillo che usi sempre le autoreggenti per eccitarmi!"
"E' molto più probabile che si finisca a fare sesso mentre tenti di infilarmi delle collant da seduta, credimi."

Cioè, lo capite che se provate a dire a una Brava persona "Ce l'hai la maschera antigas?", quella o non capisce oppure ti mette in profondo imbarazzo, cercando di spiegarti che non devi sentirti in imbarazzo per "cose naturali"? Magari si sente persino costretta ad ammettere che, quando fanno la cacca, tutti, incluse le Brave Persone, non emettono fragranze al gelsomino.

Le Brave Persone sono affidabili, pacate, non perdono mai le staffe, aiutano un sacco di gente,  soprattutto in Paesi che non saprebbero individuare sul mappamondo. Più di ogni altra cosa, le Brave Persone non dicono mai di no, se non alla guerra, alla droga e al colesterolo: per questo dicono sì a Val Soia.

Ma definireste una Brava Persona "Brillante" o "Spiritosa"?. 

Siate onesti... 

Le Brave persone non sono dei geni assoluti e tanto meno le incontrate al cabaret. 
I geni si annoiano a comportarsi sempre allo stesso modo e lo humour vero comporta una certa dose di cattiveria: non si ride forse di ciò che viceversa potrebbe umiliare, ferire, imbarazzare e spaventare? Politica, malattie, incidenti, sesso e morte sono alla base di tutto ciò che fa ridere e questi sono esattamente il genere di argomenti in cui le Brave Persone non si invischiano.

Spesso delle brave Persone se ne sente parlare in contesti in cui qualcuno è stato fregato e quel qualcuno  guarda caso è proprio la Brava Persona, che proprio non se lo meritava.

Tuttavia, quello che serve sul lavoro è proprio una Brava Persona però: qualcuno su cui puoi contare sempre e che non ti farebbe mai le scarpe... o le ruote. 
Tuttavia, non è che puoi mettere una Brava Persona a fare qualsiasi cosa.
Non mi farei mai difendere da un Avvocato che sia davvero una Brava Persona, ne' vorrei per estetista una Brava Persona che chiede scusa dopo ogni strappo. 
Una Brava Persona non potrebbe mai concepire uno spot della Frisk e nemmeno una delle ultime Campagne di Pubblicità Progresso, ove finalmente sembrano aver compreso che buona parte del pubblico non è composta da Brave Persone, ma da gente comune che si straccia le gonadi davanti a disgrazie e piagnistei. 
Mi piacerebbe invece incontrare un Meccanico, un Idraulico o un Commercialista che siano delle Brave Persone e a volte ho creduto di trovarne... prima di vedere la fattura.

Di Brave Persone a questo mondo ne servirebbero in effetti un po' di più nei posti giusti, ma in giro ci sono prevalentemente persone che fanno un sacco di cose giuste e buone, ma senza farsi mettere i piedi in testa. 

Non è mica facile trovare delle VERE Brave Persone.

Definireste il Papa una Brava Persona? 
No aspetta, mi son dimenticata che ora c'abbiamo su il Ratzinger. Così è troppo facile.

Gesù era forse una Brava Persona?
Una Brava Persona farebbe davvero il mazzo ai mercanti nel tempio?
Una Brava Persona sfiderebbe forse i suoi amici a camminare sulle acque?
Ma soprattutto, anche voi sentite la voce di Carrie Bradshaw nella testa quando leggete il mio blog? 

La Brava Persona fa il Bene, soprattutto se NON ne ha voglia e anche se la sua capacità di analisi non sempre le consente di mettere in discussione il concetto di "Bene". Ecco perché, quando decidono di fare "del bene", tutti gli altri di solito lo fanno meglio.
Chi non è una Brava Persona, innanzi tutto decide di fare qualcosa di buono solo se ne ha voglia e se è motivata da un tornaconto. E' un po' come dire che le Brave Persone sono spinte dalla motivazione intrinseca, mentre tutte le altre, quando agiscono, lo fanno in base sia a quella intrinseca che a quella estrinseca. 

Non sarete tutti psicologi, ma potete arrivarci da soli che du motivescion is mei che uan. 

Il tornaconto spesso non è nemmeno una mazzetta, ma cose semplici, come stare con certe persone, non annoiarsi o dare sfoggio della propria creatività.

Secondariamente, chi non è una Brava Persona, sapendo appunto di non esserlo, talvolta si fa venire qualche dubbio sul proprio operato e magari corregge il tiro prima di fare la cagata stratosferica.

Se la via per l'Inferno è lastricata di buone intenzioni, le Brave Persone ne sono i piastrellisti.

La verità è che la maggior parte di noi si comporta bene per il 60% della propria vita e, anche quando fa la stronza, in un buon 25% dei casi è convinta che a medio e lungo termine, essere stronzi possa rivelarsi un bene per sé e per gli altri. Resta quel 5% circa di casi in cui si fanno delle cattiverie, sapendo di farle, generalmente non nei confronti di persone che paragonereste a Gandhi.

Possiamo davvero essere condannati per il semplice fatto che talvolta ci annoiamo ad aspettare il cadavere del nostro nemico sulla riva del fiume e proviamo a procurargli un passaggio sulla zattera?

Forse in effetti sì, ma perlomeno le nostre decisioni sono consapevoli e talvolta persino rivedibili.

Detto ciò, sono contenta di avere nella mia vita due Brave Persone: non esco mai con loro per bere qualcosa, perché un happy hour col Crodino è una bestemmia, ma è bello sapere che c'è sempre qualcuno su cui poter contare per le faccende noiose.

venerdì 11 gennaio 2013

Un titolo per Engy

Sono anni che presunti amici insistono affinchè scriva un libro.
In verità ne ho già scritti alcuni, ma non del genere che prenderebbe in mano qualcuno che mi conosce.
Quel che non avrei mai immaginato è che ci fosse una Casa editrice che volesse pubblicarmi.
Tutta colpa di una disabile sarda ficcanaso e delle sue folli conoscenze editoriali, folli abbastanza da firmare un contratto con una donna che nemmeno si regge in piedi e pretende di saper scrivere: http://www.voltalacartaeditrici.it/

Ad ogni modo, ora il problema è trovare un titolo e, di conseguenza, una copertina.

Direi che se siete abbastanza svitati da leggere questo blog, siete le persone adatte per dare idee e suggerimenti, quindi sfogatevi:

http://obsurvey.com/S2.aspx?id=72BFF256-A867-45D2-9218-431E6C9E35D9




martedì 8 gennaio 2013

Dio non esiste: l'alternativa sarebbe raccapricciante

Io non credo in Dio, ma ne avrei proprio bisogno.

Sapere che Dio è un'invenzione nata dai bisogni dell'uomo, mi manda in bestia, soprattutto in periodi come questo, quando più di ogni altra cosa vorrei che davvero lassù ci fosse Qualcuno, Qualcuno da insultare. 

Di fronte alle ingiustizie perdo facilmente le staffe, ma almeno se ci sono di mezzo responsabili umani, puoi sempre scrivere un esposto, rivolgerti ai giornali o sporgere denuncia.
Ma che fare se quel che succede non può annoverare alcuna causa umana? 
Con chi prendersela in caso di disastri naturali, malattia, morte o semplicemente accanimento della Sfiga?

Se Dio esistesse, personalmente lo avrei già denunciato per persecuzione.

Ma la pura e semplice verità è che quando accadono certe cose, non c'è nessuno con cui prendersela, anche se non è giusto.

E forse è meglio così.

Preferiamo davvero credere in un Dio Onnipotente che vede tutto e non muove un dito?
O addirittura, vogliamo davvero rivolgerci a Qualcuno che tormenta le persone a cui tiene di più?

"Ehi tu, Abramo! Mi vuoi bene? Ammazza tuo figlio." 
Poi i preti stan lì a discutere che "la prova d'amore" è una brutta roba da chiedere a una donna, ma se Dio ti ordina di sgozzare tuo figlio allora va bene.

Pure Giacobbe Gli stava simpatico a Dio, simpatico al punto di massacrarlo di botte fino all'alba e renderlo zoppo con un colpo nemmeno troppo leale al nervo sciatico.

Ma il Suo preferito era sicuramente Giobbe: lo riduce sul lastrico, lo fa litigare con gli amici, gli ammazza dieci figli nel crollo di una palazzina probabilmente costruita dalla 'ndrangheta, e alla fine gli  fa contrarre la lebbra, che se non cadeva a pezzi prima, sicuramente poi non ha potuto evitarlo.  

E Giobbe sopporta senza bestemmiare.
Quel che si dice masochismo di proporzioni bibliche.

Pure Gesù ne ha sopportate di ogni, anzi, Lui diceva proprio: "Se ti colpiscono alla guacia destra, tu porgi l'altra guancia". Ciò che non ha mai spiegato però è che di solito, a tirare il ceffone, è proprio Dio. 
Me lo immagino Gesù, sottoposto ogni tre per due allo schiaffo del soldato, che si gira e non vede mai nessuno:
"Dai cazzo Babbo, così non vale!!"

E poi ti vengono a dire che, quando le cose volgono al peggio, devi metterti nelle mani di Dio.

Se c'è qualcuno cui non affiderei mai la mia vita, quello è proprio Dio: guarda che fine ha fatto il Figlio!

Il Poveretto ci ha pure provato nell'Orto degli Ulivi a chiedere l'aiuto da Casa, ma Dio non è l'Uomo del Monte e Gli ha detto no.

Gesù - masochista pure lui - invece di far notare che così lo metteva in croce, sì è bevuto l'amaro calice e sappiamo tutti come è andata a finire.

Se avete letto un po' di Bibbia, potreste argomentare che, alla fine, al figlio di Abramo non è stato torto un capello. A rimetterci la vita è stato solo un tenero agnellino, quindi tutto ok, se non siete vegetariani.
Nemmeno Giacobbe poi se l'è passata male, a parte che era zoppo e che per andare in paradiso Dio gli ha mostrato una scala anzichè un ascensore. Col senno di poi, mi chiedo se non si sarebbe tenuto il piatto di lenticchie.
Anche Giobbe fu risarcito con gli interessi di ogni perdita ed ebbe altri dieci figli nuovi di zecca, che tanto un figlio vale l'altro.
Quanto al Figlio di Dio, ora siede alla destra del Padre e io me lo vedo lì, che ogni volta che Mr. Altissimo si assesta sullo scranno, Gesù d'istinto alza le mani sopra la testa, per parare eventuali sberloni.

Scusate, ma a me la storia del soffri ora per gioire poi pare proprio una stronzata.

Se Dio fosse Pavloviano, avremmo tutti le idee più chiare: fai il bravo-biscotto, fai il cattivo-scossa.

E invece no: nessuna buona azione resta impunita.
Gandhi è stato preso in pieno da tre colpi di pistola, Berlusconi è stato appena scalfito dalla statuetta del Duomo e ne ha approfittato per darsi un'altra tiratina.

Mi spiegano però che non si deve giudicare l'operato divino dal punto di vista umano. Un po' come quando mamma e papà ti dicono che capirai quando sarai più grande, solo che con Dio capirai quando sarai più morto. 

Ecco uno dei rari casi in cui preferisco restare nell'ignoranza.

Poi c'è anche la teoria che il male, in ogni sua forma, viene dal Demonio o dall'uomo. Ed ecco un'altra versione che mi fa incazzare.  Vi sembra forse giusto che l'umanità debba pagare per questioni politiche ultraterrene? Noi mica andiamo su a pestare l'Arcangelo Gabriele perchè tifiamo per Belzebù! E poi scusa, moglie e buoi dei paesi tuoi: che le creature divine non ci coinvolgano nelle loro politiche interne, che qui sulla Terra c'abbiamo Berlusconi vs Monti vs Bersani e già facciamo fatica a seguire le loro di alleanze e ripensamenti.
E se il male venisse dall'uomo? Dico, staremo mica qui davvero a menarla ancora con la faccenda della mela? Cazzo, regaliamoGli la Val di Non e facciamola finita con sta storia che va avanti da millenni!

Consideratemi poco evoluta, consideratemi blasfema, consideratemi come preferite, ma io non ci sto.

A continuare a porgere l'altra guancia finisce che ti gonfiano la faccia e basta.

Che poi quelli che ti dicono di avere fede e pazienza, son quelli che stan meglio di tutti. 
Il più delle volte, alla prima che capita, ecco che pure loro si fan venire dei dubbi.

"Dio, perchè mi hai abbandonato?"
No, bello, Dio non ti ha abbandonato: è che prima non si era accorto di te e mo' che ti ha visto son cazzi.

Quanto alla mia famiglia, ce ne sono capitate abbastanza da fugare qualsiasi tipo di dubbio: Dio non esiste. Credetemi: infondo è meglio così.
Jhon Allen Paulos ha scritto un libro, in cui ritiene di dimostrare l'esistenza di Dio tramite la matematica. Ora forse alcuni scienziati avranno dei ripensamenti... non ci si può più fidare di nessuno a quanto pare.  Per quel che mi concerne, ciò dimostra esclusivamente due cose:
1) che, come ho sempre pensato, la matematica è un opinione;
2) che gli scienziati dovrebbero essere pagati per curare malattie e inventare cose utili, non per cazzeggiare.

Dio non è morto: non è mai esistito.
 
Esistiamo solo noi, con le nostre paure, le nostre sofferenze e la nostra impotenza di fronte alle cose peggiori. 
Esistiamo solo noi, a volte disperati, che alziamo gli occhi al cielo, chi per pregare, chi per maledire.
E infondo lo sappiamo che non c'è nessuno all'ascolto, ma quando non c'è nulla che tu possa fare, un amico o un nemico immaginario, sono tutto ciò che hai.

Detto ciò, non son mica qui a convertire i fedeli.

Semplicemente mi son stufata di parlare col mio Peggior Nemico Immaginario e volevo dirlo a qualcuno di vero.
 

sabato 5 gennaio 2013

Cominciamo bene...

Il 2013 è proprio cominciato alla grande, col ricovero di mia madre in ospedale. Non starò qui certo a illustrarvi la sua cartella clinica - mi ha negato il consenso alla diffusione dei dati, mannaggia! - ma una cosa che mi ha sempre affascinato del linguaggio medico è la capacità di sciorinare sinonimi complessi di patologie che non vorresti fossero affibbiate nemmeno al tuo collega stronzo. Per il ritiro della cartella clinica in accettazione ti chiedono persino il livello d'istruzione del degente e confesso che mi sono chiesta se ciò serva a tarare la complessità del linguaggio all'istruzione presunta, o se sia per capire se si ammalano prevalentemente gli ignoranti... ah! Se solo fosse vero!
Devo dire che, in generale, medici e infermieri sono stati bravissimi, ma per una che non mette ruota in ospedale da secoli, constatare il livello dei tagli alla sanità è sempre più sconvolgente. I pazienti allettati devono farsi portare le salviette detergenti da casa. Nei bagni spesso manca la carta igienica. Persino alcuni medicinali te li devi procurare tu. Meno male che si dice: LA SALUTE INNANZI TUTTO!
Un'altra cosa che mi manca in questi giorni è una sala d'aspetto. Ovvio che in alcuni reparti non si può entrare più di una persona alla volta o che mica ti lasciano dentro mentre ti stanno tagliuzzando il parente in sala operatoria, ma proprio per questo ci vorrebbero almeno cinque o sei sedie fuori, magari non in un corridoio gelido che dà sulle scale esterne. Da un certo punto di vista, io sono stata fortunata, perché la sedia me la porto sempre da casa; ci ho aggiunto una coperta e me la son cavata. Probabilmente i passanti mi avranno preso per una pazza svitata: una tizia in carrozzina, intabarrata fino al naso, che confezionava berretti all'uncinetto tra l'ascensore e la porta di accesso al reparto. L'intervento poi è stato più lungo del previsto e ora mi ritrovo una collezione di berretti degna del Cappellaio Matto... c'è solo il piccolo dettaglio che odio indossare cappelli. 
Ogni volta che poi si apre la porta del reparto, vedi le cinque-sei teste degli astanti che si girano simultaneamente. Quando poi si accorgono che è l'inserviente col carrello delle lenzuola, l'infermiere che entra in turno, il medico che va in pausa, tutti si rigirano con nonchalance, come se non stessero mica aspettando che ne uscisse qualcuno con delle notizie. E' incredibile quanta gente possa entrare e uscire da una porta che tu non puoi varcare: giurerei di aver visto passare persino il lattaio a un certo punto.

E tu sei lì che aspetti in mezzo al corridoio, con amici e parenti che disegnano sentieri sul pavimento a furia di camminare avanti e indietro. Per quello mi son portata l'uncinetto: avrei altrimenti scaricato le batterie della carrozzina a motore. Ogni quindici minuti circa, qualcuno si offre di andarti a prendere un caffè. No, dico... un caffè! Fossi Ministro della sanità, oltre a forniture di salviette, carta da culo e farmaci specifici negli ospedali, farei mettere una sala d'aspetto attaccata ad ogni unità d'emergenza, con macchinette erogatrici di Valium. Se no poi, a furia di caffè, succede che, appena ti fanno entrare, ciò che fai, nell'ordine è: saltare in testa a qualcuno e cercare un cesso.
Un'altra cosa che non capisco, è perché tutti quelli che ti conoscono, quando sanno che un tuo parente prossimo sta male, vogliono per forza procacciarti del cibo. No dico, mi hai vista? Avrò addosso scorte di grasso necessarie e sufficienti ad affrontare una glaciazione, se salto un pasto al giorno non può che farmi bene. Quando hanno finalmente compreso che proprio non possono portarti almeno un panino, provano a istituire un servizio catering a casa tua. E invece no: è da una vita che provo a instaurare un nuovo regime alimentare e lavorativo a casa di mia madre e, ora che lei sarà lontana per qualche giorno, intendo proclamare la dittatura. Non che prima regnasse la democrazia: si tratta solo di sostituire un despota con un altro. Se solo avessero conosciuto la Gestapo, ora la rimpiangerebbero.

In questi giorni, ciò che più ci ricorda che qualcosa non va è il silenzio: nessuno alza la voce, urla, sbraita o canta a squarcia gola come un maiale sgozzato. Non volano vaffa, cazzi e mazzi. Ci chiediamo le cose perfavore-grazie e ci scambiamo cortesie a vicenda. Persino il canarino, non sentendo più il consueto frastuono, se ne sta in silenzio, forse convinto di essere rimasto solo al mondo. Insomma, un Inferno!

Le cose tornano normali solo nel momento della video-chiamata con Madre, che sembra l'unica con un po' di senso dell'umorismo in questi giorni. Ci guarda un po' come decerebrati quando non comprendiamo al volo una battuta, ma gradualmente stiamo riprendendo i consueti tempi di risposta, grazie anche all'aiuto dei soliti stronzi. Come la tizia che ieri ha parcheggiato sul posto per disabili davanti all'ospedale:

"Signora, che fa la sua macchina qui, con le quattro frecce?"
“Aspetto anche io un disabile.” 
“E il cartellino dov’è?” 
“Che cartellino?” 
“Ehi! Che fa con quelle chiavi?” 
“Che chiavi?”

Però, quando succedono cose brutte, non puoi non avere l'occasione di capire quante persone vogliano davvero bene allo sventurato che in quel momento sta male. Tra visite, telefonate, sms e aiuti di ogni tipo, non puoi non renderti conto di quanto tua madre sia davvero amata da tutti e non puoi fare a meno di chiederti se sarai mai alla sua altezza. E la risposta è: ASSOLUTAMENTE NO.

Ho comunque intenzione di proporre a Madre di continuare a fingersi moribonda anche dopo il suo rientro a casa, così che non si debba rinunciare allo stuolo di autisti, cuochi, stiratrici e donne delle pulizie che girano per casa in questi giorni. Persino padri e figli convivono insolitamente pacifici, come il biblico leone con l'agnello. Non ho mai visto tanta solerzia nello sparecchiare tavola, lavare piatti e occuparsi dei pagamenti su Internet. Ieri ho persino cucinato delle verdure e le hanno mangiate tutti, no dico, anche quelli che aborrono le "merdurine". Quando ho chiesto come fossero, si sono persino sbilanciati: "No, dai: pensavo peggio!"

Comunque, tutto ciò è un modo contorto per ringraziare tutti quelli che ci sono vicini e ancor più quelli che ci saranno vicini anche dopo che il peggio è passato. Lo sapete che non sono tipo da smancerie... quindi vi abbraccio tutti fortissimo, ma non ditelo a nessuno.

P.S.: Visto che lassù nessuno mi ascolta, sto seriamente pensando di cambiare gestore. Spero non abbiate nulla contro i Satanisti.