martedì 27 ottobre 2015

Toccami le tette


La prima volta che mi sono irritata e vergognata profondamente quando mi hanno accarezzato la testolina è stato a Lourdes. Premetto che avevo circa tredici anni e che comunque a Lourdes non ci volevo assolutamente mettere ruota. Non che fossi già atea, ma i bambini sanno per istinto cosa farà loro del male e di solito si sbagliano solo quando si tratta dei broccoli. A volersi recare a tutti i costi in quella terra della Madonna dimenticata da Dio, era mia nonna, da poco reduce dall'ictus che le aveva paralizzato il lato destro del corpo. Come tutti i parvenu della disabilità, mia nonna fece un dramma della sua nuova natura. Se a un certo punto se ne fosse pure fatta una ragione, probabilmente avrebbe vissuto un po’ meglio gli ultimi anni. 

I bipedi sono stupefacenti: ne incontro capannelli ogni mattina in perenne attesa, davanti agli unici due ascensori che servono uno stabile di centinaia di persone, ma se mai un giorno diventassero incapaci di fare le scale, ecco che d’un tratto sarebbe la catastrofe. Ma se non le fanno manco finchè possono!

Tornando a nonna, come ogni bipede che subisce la metamorfosi allo stato disabile, soffriva indicibilmente per il nuovo status. Non che non fossi già allora capace di comprenderne il perché, solo che magari mi urtava sentirle dire che lei "così" non poteva continuare a vivere. Io "così" ci ero più o meno nata e non mi sembrava tanto orribile. Anzi - dal mio punto di vista di allora - la consideravo un’ingrata per essere stata tanti anni come io non sarei mai stata e lamentarsi così perchè la pacchia era finita. 

Oggi giuro che colgo decisamente meglio il senso di perdita di ciò che si era prima, ma unicamente perché sto invecchiando. Però è da dire che invecchio comunque molto meglio dei bipedi, essenzialmente perché io non ho mai dato per scontato di arrivare a farlo. 

Una cosa però ho in comune con alcuni bipedi: pure io mi sparerei se fossi stupida al punto di dire ad una persona in carrozzina che - nei suoi panni - mi sparerei. Eddai, se non cammini ci sono delle splendide carrozzine a motore, ma un cervello intelligente non lo sostituisci con niente.

Tornando a Lourdes, mia nonna trucidò le gonadi a mia madre, finché ella non si rassegnò a portarcela. Pensando erroneamente che tentar non nuoce e che due handicappati is megl che one, si trascinò dietro pure la più che recalcitrante primogenita. 

Fu Lourdes a trasformarmi da bambina convinta di essere graziosa, simpatica e intelligente a preadolescente preoccupata di come appariva agli occhi degli altri. E tutto iniziò con una carezza. Lì, in quel marasma di vecchi e storpi imploranti, che all’epoca mi sembravano molto più vecchi e storpi di me, una signora si avvicinò, mi accarezzò la testolina, mi prese una mano fra le proprie e sussurrò dolente: “Courage, courage!” 

E così compresi che, per i bipedi, non vi era alcuna differenza tra me e quegli sfigati piagnucolanti che pregavano per... cosa?! Come mia nonna, per guarire e trascorrere gli ultimi anni di vita sana, quando sana lo era stata molto più di me? Per essere in grado di accettare la volontà di Dio? Per riuscire a tollerare la sofferenza? Per non essere più ciò che sono? Perchè diavolo prega sta gente?! Io non l'ho mai capito. Io sono soddisfatta di ciò che sono, me ne strafrego della volontà di Dio e credo negli antidolorifici ora e nell'eutanasia quando non dovessero più far effetto. Vorrei guarire? Mah... non sono così convinta che camminare mi migliorerebbe la vita, poichè tanta ironia sarebbe socialmente inaccettabile in una bipede. E senza ironia, sarei come voi... non una grande prospettiva.

Quella non era una carezza. Era uno stupro. Un umiliare una ragazzina, comunicandole in un gesto che la sua vita appariva orribile agli occhi altrui, miserabile al punto da richiedere il coraggio di essere vissuta. 

E io che prima mi consideravo una bambina come le altre...

Di carezze sulla testa probabilmente ne avevo ricevute anche in precedenza, ma fu quel gesto, in quel contesto, a rendermele insopportabili. E altre ne ho ricevute dopo, col medesimo significato. Pure di recente, un presunto “Gran Professore”, ha ben pensato non ci fosse nulla di male nel darmi del tu nel mio ufficio e nell’accarezzarmi la testolina davanti ai colleghi basiti. Ecco, si dà il caso che io sia una donna sin troppo matura, nonché una professionista semi-riconosciuta, ma soprattutto, si dà il caso che io non sia un cucciolo. 
Se proprio dovete toccarmi, palpatemi una tetta. Almeno la molestia sessuale presuppone che mi consideriate una donna, magari pure una zoccola, ma sicuramente non un cane a cui fare i grattini sulla capoccia. 
Ne ho le ovaie fradice di certi gesti, anche se evidenziano molto più la vostra limitatezza che la mia. 
E’ colpa di questi contatti stupidi e non richiesti se oggi mi dà fastidio persino essere toccata fra i capelli da mio marito. Vado raramente anche dalla parrucchiera! 

Okay, io avrò pure un trauma non risolto, ma non posso farmene una ragione di un adulto che pensa non ci sia nulla di male ad accarezzare la testolina di un altro adulto appena incontrato!

Se Stephen Hawking fosse qui, gli chiederei se anche a lui ogni tanto degli estranei accarezzano il testone. Giusto per capire se esiste un punto in cui il riconoscimento dell'intelligenza di un disabile supera la convinzione generale che se stai su una sedia a rotelle sei un poverino. 

Detto questo, siccome mi pare evidente che al mondo esistano ancora troppi idioti, persino tra le schiere dei plurititolati, facciamo che vi do la mia personale regola aurea: 

POTETE ACCAREZZARMI LA TESTA SOLO SE PRIMA MI AVETE PULITO IL CULO. 

Perché è questo che fanno le persone che mi vogliono bene: se serve, mi portano in bagno, che siano donne o uomini. E, per inciso, quando mi puliscono il culo, a quel punto non sentono alcun bisogno di accarezzarmi la testa per mostrare la loro vicinanza emotiva.

E sì, sono incazzata, ma chiariamo definitivamente anche questo dettaglio: 

NON SONO SEMPRE INCAZZATA PERCHÉ SON DISABILE. SON SEMPRE INCAZZATA PERCHÉ LA GENTE PENSA SIA SEMPRE INCAZZATA PERCHÉ SONO DISABILE! 

Ah... non posso escludere che ad altri disabili possa non dispiacere essere accarezzati sulla testa. Come sempre, io parlo sempre e solo per me, senza pretendere di convincervi che ho ragione, anche se in effetti ce l'ho.

Vi lascio con questa immagine di come trattano il Bossi dopo l'ictus, immagine che un po’, lo ammetto, mi è di conforto. L'ho trovata in rete, cercando "accarezza la testa del cane".


sabato 3 ottobre 2015

Personal Jesus

“Ancora Tu! Non ci posso credere…”
“Nel tuo caso, direi che ormai ci sono abituato…”
“Ma perché? Dai su: è ora di analizzare questa cosa! Sono atea per Dio! Non puoi continuare a comparire nei miei sogni!”
“Non prendertela con me: non sono io che ti sto sognando! Però hai ragione: è ora di analizzare questa cosa. Perché dobbiamo sempre incontrarci in questo modo, anziché come le persone normali, chessò, in una Chiesa?!”
“Secondo Freud, il sogno è il sognatore stesso. Forse è il mio modo per dirmi che io sono Dio.” 
“E da quando ti considereresti al mio livello?”
“Vero… Io sarei un Dio migliore. Ma… allora?”
“La psicologa sei tu…”
“Vuoi davvero giocare a questo gioco con me?!”
“Guarda che, in base alle tue teorie, tecnicamente stai facendo tutto da sola… Io non esisto nemmeno, ricordi?”
“Non hai mica appena detto che la psicologa sono io? E allora facciamo così: io interpreterò me stessa, con un sacco di domande, e tu prova come sempre a far finta di essere Dio, con le tue risposte tanto onniscienti quanto sibilline”
“Più che Dio, oggi sono Gesù: non vedi le stigmate? Dai spara! Vediamo se so essere più chiaro del Babbo.” 
“Ok. Devo davvero smetterla di ascoltare in loop Jesus Christ Superstar, se voglio evitare queste imbarazzanti conversazioni notturne.”
“Davvero le vuoi evitare? I sogni son desideri…”
“E cosa vorrebbe dire? Che desidero che tu esista?”
“Ah già… forse la restituzione è stata troppo diretta."
"Ti ho detto di non fare lo psicologo con me! Non hai nemmeno l'abilitazione!"
"Mi considero più un life coach."
"Ecco, una professione inventata per un personaggio di fantasia. Ti si addice..." 
"Ahi! Sento un po' di resistenza..."
"J.C..."
"Ok, la pianto. Va' bene dai: prendiamo la strada lunga! Partiamo da qualcosa di più concreto. Perché continui ad ascoltare quel musical?”
“Mi affascina… Mi sembra di capire come debbano essersi sentiti quei personaggi: beh, non tutti, alcuni.”
“E tu, chi saresti stata?”
“Nella canzone? Sicuramente Erode!”
“La solita amante dei bambini...”
“Macché bambini! Il testo: sono le esatte parole che ti avrei detto se mai ti fossi presentato al mio cospetto…

Gesu`, sono felicissimo di incontrarti faccia a faccia
Tu ti sei fatto davvero un nome dappertutto
Guarendo storpi, risuscitando morti...
Ora vengo a sapere che sei Dio
O almeno così hai detto
Così, tu sei il Cristo, il grande Gesù Cristo 
Dimostrami che sei divino - cambia la mia acqua in vino.
Basta che tu lo faccia ed io saprò che è tutto vero
Coraggio, re dei Giudei!
Gesù, non hai neppure idea del successo che hai avuto
Non parliamo che di te, sei il portento dell'anno
Oh, che peccato se fosse tutto falso!
Ma sono certo che puoi scuotere i cinici, se ci provi
Quindi, se sei il Cristo, sì il grande Gesù Cristo
Dimostrami che non sei un ciarlatano -attraversa a piedi la mia piscina
Oh - Oh - Oh - sto aspettando, sì, sono un tuo accanito ammiratore
Muoio dalla voglia di vedere che non sei un uomo qualsiasi
...
Dai da mangiare a tutti quelli di casa mia con questo pezzo di pane - puoi farlo su due piedi
O c'e` qualcosa che non va? Gesù, perché ci metti così` tanto?
...
Tu sei uno scherzo, tu non sei il Signore - non sei altro che un impostore
Portatelo via, non ha niente da dire!
Vattene re dei Giudei!
Vattene da qui...
Vattene dalla mia vita!

“Erode, non è mica il solo ad aver richiesto una prova, un miracolo…”
“Già, ma a lui non interessava davvero avere la prova. Lui non voleva credere in te. Non ti ha mai voluto nella sua vita. E tu gli sei piombato in casa nonostante tutti i suoi sforzi per evitarti. Dandogli quella prova, lo avresti solo fatto incazzare di più.”
“E allora qual è il punto?”
“Il punto è che non ti vogliamo nelle nostre vite.”
“E come la mettiamo con i tuoi sogni? I sogni son desideri…”
“E basta mo'! Persino Freud a volte sparava cazzate!”
“Credo che questa sia la cosa più vicina al tuo concetto di bestemmia che ti abbia mai sentito pronunciare…”
“Uff! Lo so… è un casino. Perché vedi, io sono assolutamente sicura di non volere nessuna prova della tua esistenza. Però… però vorrei che tu esistessi.”
“Per dirmene quattro? Questa cosa puoi giocartela sui social, ma sappiamo entrambi che non è il motivo per cui vorresti che esistessi.”
“Beh, quattro o cinque te le direi di sicuro…”
“Togli il condizionale: già me le dici. Non sono mica sordo.”
“Epperò fai il muto!”
“Hai appena detto che non vuoi davvero prove della mia esistenza!”
“Touchè… Però vorrei che tu esistessi…”
“Perchè…”
“Perchè un sacco di gente crede di aver bisogno di te. E credere una cosa significa renderla vera.”
“Ti rendi conto di aver appena detto che se le persone credono davvero in qualcosa, quella diventa vera? Quindi se le persone credono in Dio…”
“Non si era detto che io dovevo fare la psicologa?!”
“Scusa, confondo un po’ i ruoli. In questo ti somiglio molto.”
“Sai, del musical mi piace molto anche il ruolo di Giuda.”
“Ami tutti i miei sostenitori eh!”
“Eddai! Mi ci vedi a fare il discepolo che pende dalle tue labbra, che dice sempre ‘Si Signore, ma come sei figo Signore…’ E poi nel momento critico rinnega pure di conoscerti? Naaaaaah! Non sono io! Se fossi stato così in gamba da convincermi a seguirti, ti avrei seguito fino in fondo, anche a costo di tradirti!”
“Sì, ma Giuda mica era consapevole di star seguendo la volontà di Dio.”
“Perché conosci qualcuno che sia certo che quello che sta facendo sia la volontà di Dio? A parte i fanatici intendo?”
“Di solito se fa male è la strada giusta.”
“Cazzo… lo sapevo di dover cambiare strada!”
“Vero… se sapessi che quello che voglio da te è esattamente quello che stai facendo, cambieresti strada all'istante solo per farmi dispetto.”
“Non mi fido di te. Lo sai.”
“Io però di te mi fido.”
“Con me ste robe da Messia non attaccano.”
“Cazzo, e io che pensavo di aver detto una roba da psicologo!”
“Povero Giuda… lo hai usato e gli hai lasciato credere di essere stato abbandonato.”
“E se credi una cosa, quella cosa diventa vera… Mica sempre però sai? Anche io credevo che il Padre mi avesse abbandonato. E invece…”
“Si vede che non ci hai creduto abbastanza. Quante ore… minuti ti avrà lasciato nel dubbio, il Papino?”
“Ma la certezza senza l’ombra di un dubbio non è per tua definizione fanatismo?”
“Mi piace parlare con te. Sei l’unico che sa ribattere un minimo.”
“Ricordi che io sono frutto della tua mente e che quindi te le stai dicendo e te le stai godendo?”
“Esci sempre dal gioco dei ruoli!”
“Scusa. Vero. E’ che non è facile fingere di essere Dio. La gente si immagina che debba dire solo cose sagge ed estremamente profonde.”
“Io non sono la gente.”
“Mi piaci.”
“Anche tu. E’ tuo Padre quello che proprio non reggo.”
“Ancora con la storia della crocifissione. Ma se l’ho perdonato io, a te che cazzo te ne frega?”
“Nessun Padre dovrebbe stare a guardare senza muovere un dito quando massacrano suo figlio.”
“Il punto è che non sono mica il suo unico figlio…”
“E infatti per me non dovrebbe stare lì a guardare senza intervenire nemmeno quando stanno male Peppino, Genoveffa o il piccolo Ndulu…”
“La sofferenza è parte della vita. Come puoi capire di essere felice se non sai cosa sia essere triste?” 
“Come fai ad apprezzare il weekend se non hai un lavoro?”
“Più o meno…”
“Sai una cosa? Penso che il motivo principale per cui non credo nel Dio dei cristiani sia che i cristiani non mi sembrano persone felici.”
“E questa da dove viene?!”
“Dai, pensaci! Ti sembrano felici le persone che vedi in Chiesa? Ti sembra felice uno mentre sta pregando?”
“Saranno concentrati…”
“Concentrati? Ma tu la senti la gente mentre biascica il rosario? Ti sembra che sprizzino partecipazione e sentimento?!”
“Beh…”
“I buddisti: quelli sembrano felici.”
“Suppongo che pregare davanti a un povero Cristo in croce non faccia istintivamente spuntare un sorriso sulle labbra...”
“Pessima scelta del merchandising.”
“Dillo a me…”
“E Lourdes?”
“Ancora con questa storia di Lourdes!”
“Certo! Li hai visti? Le persone che si recano a Lourdes sono essenzialmente di due tipi: quelli che vanno per supplicare di essere diversi da ciò che sono e quelli che vanno per ringraziare di quanto in fondo sono fortunati a non essere come lo storpio che hanno lì di fianco. Sorry Gesù, ma la maggior parte dei tuoi amici mica mi piace.”
“E pensi che a me piacciano? Ma non ho mai buttato nessuno fuori da casa mia e mai lo farò.”
“Epperò se qualche volta gli andasse l’ostia per traverso, magari la smetterebbero di sparare cazzate a nome tuo!”
“Tesoro, certa gente non capirebbe quanto disapprovo certi atteggiamenti nemmeno se gli comparissi davanti tra schiere di angeli e gli dicessi: 'Ehi tu, sei un coglione!'''
"Avresti potuto essere più chiaro…”
“Più chiaro come?! AMA IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO! Cosa c’è di difficile da capire?!”
“Il problema è che la maggior parte della gente non si ama.”
“Merda… non ci avevo pensato.”
“Sarai pure un Dio, ma mica sei un genio eh…”
“Tu però ti ami.”
“Un casino in effetti.”
“Lo sai che ti amo anche io, vero? Io morirei per te… oh, wait! Io sono morto per te!”
“E allora hai sbagliato. Per me avresti dovuto vivere, non andartene.”
“Ma poi sono tornato.”
“E te ne sei riandato. Lo sai che i bambini hanno bisogno di stabilità!”
“Non sei più una bambina…”
“Per quello non ho più bisogno di te. Ho imparato a fare da sola.”
“E io me ne sono andato proprio perché tu imparassi a fare da sola.”
“Bene, bravo: ci sei riuscito. Ora rassegnati ed esci davvero dalla mia vita.”
“Non mi perdonerai mai, vero?”
“Mi spiace, non ho altre guance da porgere.”
“Pensa come sarebbe andata se fossi rimasto allora. Le suore ti avevano inculcato delle idee così raccapriccianti!”
“In effetti non sarei stata felice, credendo in te.”
“In quella versione di me…”
“C’è ancora una frase, infilatami in testa dalle suore, che mi impedisce di accettarti per quello che potresti essere ora.”
“Ovvero?”
“Non si può scegliere quale parte di Dio e dei precetti della Chiesa accettare e quale scartare. Va preso tutto, non solamente quello che fa comodo.”
“E tu hai scelto di buttare via il Gesù bambino con l’acqua sporca per le parole di una suora che probabilmente ora sta all’Inferno?”
“L’Inferno è vuoto. Anche questa mica l’ho detta io.”
“L’Inferno è pieno eccome. Solo che ve lo create da soli e sta tutto nelle vostre teste.”
“E comunque ora nella mia vita c’è un’altra. Non sarà onnisciente, ma è razionale e si sforza davvero di aiutarmi. Certo, non pretende di fare miracoli, ma ciò che fa è dimostrabile e ripetibile.”
“Lasciato per la Scienza…”
“Geloso?”
“Un po’…”
“…”
“Mi piace quando parliamo così, la notte. Senza te che mi urli addosso, sembrando una pazza furiosa che se la prende con qualcuno che è convinta non esista. Perché tra noi non può essere così anche durante il giorno?”
“Questa è esattamente la stessa domanda che farei a Jude Law se mai lo incontrassi da sveglia.”
“Davvero per te sono solo un bel sogno?”
“Lo sai che amo la fantascienza, ma alla fine credo solo nella Scienza.”
“Cosa mi rende così indimostrabile ai tuoi occhi?”
“La gente ha paura di morire e spunta fuori un Dio che li rassicura su fatto che risorgeranno per non morire mai più. Sei troppo comodo per essere vero.”
“Il Rasoio di Occam: quando senti rumore di zoccoli, pensa al cavallo, non alla zebra…"
"Già..."
"Sai cosa disse Occam appena salì quassù?”
“No, cosa?”
“Merda… era una zebra!”
“Questa buona!”
“Ma entrambi sappiamo che Guglielmo era francescano: lui in me ci credeva.”
“Solo perché non ha avuto il coraggio di accettare le conseguenze finali del suo stesso ragionamento. Cosa che comunque non gli ha risparmiato l’Inquisizione. Siete sempre così tolleranti con le persone che pensano…”
“‘Siete’? Ora mi offendi davvero!”
“Ma no dai… non litighiamo. E’ così bello il cielo stanotte.”
“Guarda: una stella cadente! Esprimi un desiderio.”
“Sei il solito inguaribile romantico.”
“Mi piacerebbe abbracciarti.”
“Manco morta.”
“Vedremo…”
“Oh, non me la tirare!”
“Ma no… Tu servi ancora laggiù.”
“Tutti siamo utili, nessuno è indispensabile.”
“Nemmeno io.”
“Nemmeno tu.”
“…”
“…”
“Beh… è quasi mattina… uno dei due deve alzarsi per andare a lavorare e dal casino che vedo laggiù, quella sono come sempre io.”
“Ogni istante più dolce col sopraggiungere dell’alba..."
“Così è la vita vera. Lascio le moine agli stati onirici."
"Mi mancherai..."
"Ma sì... E’ stato bello, però non prendere il vizio di invadere i miei sogni.”
“Engy…”
“Mm?”
“Ma preferisci sognare me o Star Trek?”
“Davvero mi stai chiedendo di scegliere tra te e il Capitano Kirk?! Ma sei serio?!”
“Fanculo…”
“Amen.”