mercoledì 25 giugno 2014

"Una risata vi seppellirà": se è vero, ci metto la firma

Spesso vengo bacchettata - da chi mi conosce poco - per la mia deprecabile abitudine di scherzare su Malattia e Morte. Faccio anche battutacce su Dio, ma pare che le persone siano molto più tolleranti se prendi per i fondelli un’Entità di discutibile esistenza… o forse pensano che Dio sia abbastanza grande e grosso da sbrigarsela da solo. Il fatto che sia su una sedia a rotelle, potrebbe deporre a favore della seconda ipotesi, in effetti.
 
La verità è che la gente ha idee decisamente confuse e discordanti circa gli argomenti su cui si possa o meno scherzare. Il problema è, secondo me, è che non sanno, o si dimenticano, a cosa serve ridere. Ridere è un modo per sconfiggere le paure e le risate migliori scaturiscono dal saper affrontare le angosce più grandi. Pensate a quanti comici hanno fatto battute sulle peggiori tragedie umane. Il libro di YB "Allah superstar" riporta nel frontespizio: "Se vuoi parcheggiare un Boeing a Manhattan, è difficile evitare le Torri gemelle". Lo trovate fuori luogo? L'esorbitante numero di copie vendute sembra dire che forse siete voi a prendere la cosa dal verso sbagliato.  E non credo sia nemmeno un caso se gli ebrei, il popolo più sfigato della storia dell’umanità, sia conosciuto anche per il proprio umorismo. Per far ridere non si deve essere insensibili, ma abbastanza coraggiosi da affrontare le paure di tutti. I bravi comici offrono un servizio sociale, molto più utile di una consulenza psicologica… e lo sostengo a mio detrimento.
Morte e malattia sono da sempre mie compagne di vita e con loro scherzo ogni giorno. Si sa che scherzo molto anche riguardo a Dio, ma lascio giudicare agli altri se sia “ridere con” o “ridere di”. Del resto sono agnostica e “ridere con” implicherebbe una presa di posizione al di là della mia attuale natura.
In questi giorni sto molto pensando alla morte, vista con occhi diversi dai miei. Per via degli studi, ho conosciuto persone ossessionate dall’idea della morte, anche quando il Triste Mietitore era così ragionevolmente lontano da rappresentare unicamente una certezza a lungo termine. Capita che le persone siano così spaventate dall’idea di morire da non riuscire più a vivere. Quando poi, per qualche evento della vita, la Morte strizza l’occhiolino da breve distanza, ecco che anche i più forti vacillano. E’ impossibile mantenere il distacco quando vedi davanti a te persone macinare e rimacinare continuamente il pensiero della Morte, prima di un’importante intervento o durante una brutta malattia. L’angoscia della Morte è un sudario che avvolge il cuore delle persone ben prima che siano calate nella tomba. E di fronte al terrore, non c’è ragionamento o rassicurazione che tenga. Persino la psicologia fa cilecca. Se fossi un mago, vorrei avere il potere di cancellare con un colpo di bacchetta la paura della Morte dalla mente delle persone. Certo, perderei buona parte dei miei clienti: quella che vorrei più disperatamente aiutare.
Sinora ho sempre avuto più paura della morte dei miei cari che della mia. Ma vedendo come la Morte trasforma le persone convinte di esserLe vicine, non posso non domandarmi se, avvicinandosi e diventando più concreta, non riuscirà a possedere in quel modo anche la mia anima, prima del tempo.
E per esorcizzare non la Morte, ma la Paura della Morte, non posso che provare, come sempre, a ridere. Insomma, siamo onesti: tolta la Paura, la Morte in sé e per sé presenta anche degli indiscutibili vantaggi, a confronto della vita. Primo fra tutti: niente più incazzature.
Certo, per non farsi sconfiggere dalla Morte, bisogna innanzi tutto aver vissuto. Ma la vera vittoria si ottiene unicamente cambiando la realtà, anche solo di una virgola, per far trovare ad altri un mondo migliore di come ce lo hanno consegnato.
Come psicologa non so mai da che parte prendere la Morte: le ho chiesto se è diffidente e sospettosa con tutti, se crede che gli altri siano malevoli nei suoi confronti, cerchino di evitarla o parlino male alle sue spalle, le ho domandato se ha pensieri fissi di persecuzione. Ha risposto di sì a tutti i criteri diagnostici, ma poi ha aggiunto: "Solo perché sono paranoica, non significa che tutto il mondo non ce l'abbia davvero con me." Non ho saputo darLe torto.
E allora, davanti all'impotenza, non resta che scrivere testamento.
 
Ecco il mio.
Io, Angela Gambirasio, nel pieno possesso delle mie facoltà mentali autocertificate, dispongo che:

     1)     Ogni giorno la mia sveglia sia puntata, come sempre, sulle ore 6:00 e venga lasciata suonare ininterrottamente fino a quando le batterie non si scaricheranno. Prova ad interrompere il mio eterno riposo se ci riesci, troia!

2)     Dite alla mia dietologa che ho finalmente trovato il modo di dimagrire in pochi giorni, senza nessuno sforzo e rinuncia.

3)     Dite a mamma che non è vero che non mi ero coperta bene!

4)     Chiedete alla società di pompe funebri di conservare il mio corpo sotto spirito - di buona qualità – e di rabboccare il livello nel caso lo vendano inspiegabilmente scendere.

5)     Investite i miei capitali in un processo contro i servizi di trasporto pubblico italiani: non so ancora come morirò, ma sono certa che giocheranno un ruolo cruciale sulla mia dipartita finale, più che sulle mie partenze giornaliere.

6)     Donate pure i miei organi a chi ne ha bisogno, ma buttate via muscoli e, probabilmente, anche il fegato: non voglio rifilare sole post mortem.

7)     Seppellitemi con mio marito, ma donate a una disabile la mia carrozzina a motore. Così io mi terrò la palla al piede e lascerò ad un’altra la libertà che solo una Otto Bock può regalare.

8)     Mettete una targhetta sopra la bara e collocate un magnetofono sotto di essa, con registrato: “Aha… mmmm… certo… sì… capisco… quindi… purtroppo per oggi abbiamo esaurito il tempo a nostra disposizione”. La maggior parte dei miei clienti non dovrebbe accorgersi della differenza.

9)     Se avrete bisogno di un consiglio dallo Spirito della sottoscritta, formulate la domanda in modo che la risposta sia un "sì" o un "no" e rimanete in piedi sulla mia tomba, su una gamba sola, fino a perdere l’equilibrio. Interpretate la vostra caduta come meglio credete: tanto, pure quando ero viva, delle mie parole avete sempre capito quello che volevate capire.

10)  Ricordatevi che ogni volta che fisserete un disabile per mero "voyerismo da incidente", il mio Spirito vi perseguiterà dall’oltretomba.

Ecco, io un po’ meglio ora sto, ma non so se sono strana solo io, che riesco a soffocare l’inquietudine con il cazzeggio. Nel dubbio, potreste provarci anche voi. Cosa avete da perdere? Pensate forse che il Triste Mietitore non vi verrà a prendere al momento giusto solo perché non lo nominate mai? Sto leggendo “L’ultimo ballo di Chaplin” e, se questo libro ha ragione, l’unico modo per guadagnare tempo con la Morte è farla ridere.
Bastasse così poco a fugare per sempre l’angoscia… ma a volte bisogna sapersi accontentare di un attimo di tregua. Chissà mai che un giorno, abituandoci a ridere anche con la Morte, impareremo a ricordare che è sempre con noi, non per spaventarci, ma per ricordarci di vivere ogni istante.
E ora tocca a voi: cosa scrivereste nel vostro Testamento contro la Paura?


mercoledì 18 giugno 2014

Le bugie a fin di bene fanno male

Quante volte un amico vi chiede un parere spassionato e voi mentite?
Vi fanno assaggiare la loro famosa torta alla crusca bengalese e trucioli di legno e voi dichiarate che è squisita, con le lacrime agli occhi e il mappazzone in gola che non va su né giù.
Il liquore alle mandorle amare? Fantastico! Se solo invece di puzzare d’arsenico, fosse anche fatto col veleno, almeno morireste invece di dover inghiottire.
Vi chiedono di leggere le loro poesie e vi mandano file Word del peso dell’Enciclopedia Britannica. Voi, dopo aver letto sì e no dieci righe, dichiarate di notare un’affinità col Leopardi: in effetti il pessimismo cosmico c’è tutto, ma oltre la siepe s’intravede solo uno grande stracciamento di gonadi.
Sono così timidi da mettersi a balbettare davanti alla nonna, ma sognano di far carriera nelle pubbliche relazioni? Certo! Perché no?
PERCHE’ NO?
PERCHE’ NO????!!!!
Perché sei suo amico cazzo! Non l'hanno chiesto al primo che passa, ma a te, perché pensano di potersi fidare di te. Le frottole e le rassicurazioni che sai false, lasciale dire a quelli di cui non frega nulla del tuo amico.
Se siete amici di qualcuno, dovete pur credere che abbia qualcosa di buono, qualcosa di cui è capace, qualcosa che vi piace.
Ci diciamo che è per non farlo soffrire... la verità è che mentiamo per egoismo: perché è più semplice dire “che bello”.
Il “che bello” sicuramente non costa fatica e comporta meno rischi dello spiegare a qualcuno cui volete bene perché non vi piace.
E certo, il rischio di essere fraintesi esiste, soprattutto perché talvolta si viene accusati di pessimismo o d’invidia, qualora si esca dal coro dei falsi “mi piace”. E poi magari è davvero bello ed è solo a noi che non piace… mica ci azzecchiamo sempre eh!
Peccato che le bugie a fin di bene, fanno molto meno bene di quanto non si pensi.
Intanto avrete serate tra amici con tavole imbandite di cibo per tarme, innaffiato da superalcolici per aspiranti al suicidio… il tutto mentre qualcuno  decanta versi che vi ispirano smorfie.
Peggio ancora, i vostri amici diventeranno sempre più infelici. Si convinceranno di vivere in un mondo orribile, in cui loro sono le persone giuste, ma il lavoro per cui sono portate non lo trovano perché non hanno gli agganci, non la danno, gli altri non capiscono nulla o sono cattivi.
Ma la verità è che dietro alla maggior parte dei “mi piace” da Giuda, c’è la convinzione che quella persona non sia capace. E spesso è vero. Ma ben diverso è credere che quella persona non sia capace di fare UNA determinata cosa, dal credere che non sappia fare un cazzo.
Perché continuate a frequentare una persona che pensate sia buona a nulla? Se è quello che in fondo credete davvero, guardate che non si mente a nessuno: la verità passa sempre, anche se di solito si finge di non vederla.
Quando ero piccola, sognavo di fare la ballerina. Mamma mi fece notare che non sapevo nemmeno camminare su tutto il piede, figurarsi ballare sulle punte. Mi arrabbiai come solo una bambina sa fare. Lei il giorno dopo mi comprò delle tempere e delle scarpe "ballerine". Le scarpette rosa nemmeno s'infilavano sul piede equino. Passai alle tempere. Oggi i miei hobby sono molti e ogni volta che mostro le mie "opere" a mamma, raramente supero il: "Sì, beh... carino, ma non è il mio genere". Ogni volta mi incazzo, le dico che non capisce nulla e che a tutti gli altri piace. Però, chissà perché, la consulto sempre.
Appena fidanzati, mio marito mi regalava poesie. Proprio perché lo amavo, gli dissi di smettere o di tenerle per sé. Gli regalai un kit per il bricolage. Ora si dedica al traforo, con somma soddisfazione di entrambi e sollievo di Ungaretti.

Le mie amiche? Se ho bisogno di lisciatine e complimenti, chiedo ai "fan". Se mi serve la verità - e raramente mi serve sino a tal punto - chiedo a Ilaria.
Ognuno dovrebbe avere amici così... Che quando sei convinta di aver fatto una figata, te la analizzano pezzo per pezzo, la smontano e ti dicono cosa, eventualmente, salvare. E se non salverebbero nulla, ti consigliano qualcos'altro da cui ripartire.
Amici che talvolta hanno il coraggio di farti un po' di male sul momento, ma proprio per questo ti aiutano a migliorare e non perdere tempo.
Non credo che fingere che una persona sia capace di fare qualcosa, solo per non ferirla, serva.
Non credo si migliori la vita di nessuno senza onestà. Semmai se ne alimenta la paranoia e il senso opprimente di essere incompresi. 
Credo però che ognuno abbia risorse e capacità e che vada sostenuto nell'individuare i propri talenti reali - seppur modesti - anziché quelli immaginari e impossibili.

E' anche vero che la critica serve, ma deve essere sempre accompagnata da suggerimenti e alternative. Tanti sogni meritano di essere inseguiti, ma quando un sogno diventa ossessione, non può che sopravvivere uccidendo a poco a poco il sognatore.

Se falliamo in qualcosa, abbiamo fallito in QUELLA COSA, non nella vita.

Quando diciamo "Se non ottengo questo, allora nulla ha senso", in realtà stiamo offendendo noi stessi e la ricchezza della vita stessa.
Si possono avere sogni irraggiungibili, ma non vivere di essi. 


P.S.: Tranquilli, poi ho abbandonato anche le tempere...

venerdì 6 giugno 2014

Si può denunciare la Chiesa per stalking?

Devo proprio dire che questa nuova Chiesa mi piace! Fossimo su Facebook, metterei un mega-pollicione in su quasi ogni volta che Papa Francesco apre bocca. Non che mi interessi il contenuto, ma la forma è senza dubbio più vendibile. Da psicologa appassionata di comunicazione, non posso non ammirare un buon lavoro di marketing. Sono indubbiamente stati fatti enormi passi avanti. Vi ricordate la vendita delle indulgenze?
“Quando scende il soldo nella cassetta, sale in cielo l'anima benedetta!”
Beh, come operazione commerciale era davvero troppo spudorata, tant’è che persino un prete – tale Martin Lutero – se ne era accorto e aveva fatto su un can can della Madonna… pardon! Del Signore.
Ma ora siamo davvero troppo avanti! Suore che cantano come scimmie urlatrici e che vincono, dimostrando ancora una volta che la diversità è il segreto del successo, che tu sia una sposa di Dio o una drag queen che vince facendola in barba a tutti, tranne che a se stessa. Sull’App store si può già acquistare il singolo di Suor Cristina a 0,99 centesimi… non dubito che lo show business finirà col rendere più della raccolta offerte durante la Messa. E poi, vogliamo mettere il rilancio d’immagine? Una volta le ragazzine pensavano che per partecipare a un talent show dovessero darla via come se non fosse loro, mentre ora dovranno abbracciare solo il Signore! Il problema si presenterà semmai dovessero intuire che indossando il velo e dandola pure via, le chance di vittoria triplicherebbero: Olgettina docet!
A dire il vero, le suore che cantano non sono sta gran novità, sin dai tempi di Sister Act 1 e 2. La novità semmai è il Padre Nostro recitato sul palco di un Talent Show: “Padre Nostro che sei nei cieli, su Sky (anche on demand), in edicola, su Radio Maria e da oggi persino in un talent show di dubbia obiettività… a quando una comparsata al Grande Fratello?” Ma forse un reality show non è il luogo ideale per ospitare un’Entità immaginaria… perché tutti gli altri, a quanto pare, sì.
Un po' mi scoccia che un'agnostica come me, che aspira all'ateismo, non riesca a trovare pace nemmeno guardando della TV spazzatura. Si potrà denunciare il Vaticano per stalking?

Da sempre la Chiesa è una gigantesca operazione commerciale, mi preoccupa un po’ che ora abbiano capito come funziona questo mercato. Sono finiti gli anni del buonismo e dei soldi raccolti per i bambini del Biafra: siamo nell’era di @Pontifex e di iBreviary.
Anche se non sembra, io ammiro tutto questo, perché si può essere al contempo affascinati e spaventati da qualcosa. Quando ero iscritta al Corso di Psicologia, dovetti fare una scelta dolorosa tra Psicologia della Comunicazione e del marketing e Psicologia Clinica. Forse a torto, mi sono sempre considerata una persona creativa e la prima mi tentava molto più della seconda. All’epoca, però, pensavo ancora di poter "salvare" il prossimo e concentrarmi sulla Psicologia della pubblicità mi era parso un po’ come vendere l’anima al Diavolo. La Chiesa ha avuto il coraggio che a me è mancato, così ora Lei può inventarsi idee e slogan accattivanti per rilanciare la propria immagine, mentre a me tocca provare ad aiutare le persone, mio malgrado.

Ma in fondo non c’è nulla di male. Se un po’ di marketing serve a riavvicinare la gente alla Chiesa, perché no? Come disse Gesù: “Il fine giustifica i mezzi”… o non era stato Lui a dirlo?

Ma perché dovrei essere io, non credente, a bacchettare la Chiesa, direte voi. Beh, magari un po' anche perché se mi prendi a mazzate tra i denti tutti i giorni, prima o poi un po' te le rendo. Ma non è solo quello.
La Chiesa si sta modernizzando, più nella forma che nei contenuti in effetti, ma tanto se la forma è accattivante, vedrete che nessuno se ne accorge. Il problema è che io Comunicazione poi l’ho studiata lo stesso, per piacere, non per dovere. L’ho studiata abbastanza da analizzare con interesse il lavoro dei grandi comunicatori (e di chi lavora dietro di loro), perché il mio sogno è trovarne uno che non usi la forma per nascondere la sostanza.
Nella sostanza, la Chiesa continua a giudicare e lanciare anatemi su chiunque non si conformi alle Sue regole. E’ giusto di pochi giorni fa l’appello del Papa a fare figli, ma solo se si è sposati in Chiesa e con qualcuno del sesso opposto al proprio. Che poi a casa mia gli appelli si lanciano in modo diverso da: “Fai figli o passerai la vecchiaia con l’amarezza della cattiva solitudine”. Questo non è un appello, questo è menare gramo! Ovviamente Francesco mica ce l’ha con chi non può avere figli… sia mai che ricorra alla fecondazione artificiale: doppio anatema!! No. Se sei sposato e non puoi avere figli, allora il Signore capirà la situazione e farà la calzetta assieme a te davanti al fuoco, quando sarai vecchio. Ma se per caso puoi e non vuoi, magari usando pure chissà quali diavolerie anticoncezionali, allora creperai solo. Che si sa che i figli si mettono al mondo proprio per farti da badante: do ut des! Che poi, a prescindere dal numero dei figli, probabilmente di te si occuperà Svetlana, questo il Francesco non te lo viene mica a dire. Comunque, passare gli ultimi anni di vita con una badante ucraina non sarà il massimo, ma almeno non rischi di mettere al mondo figli come Pietro Maso o Erika, che alla vecchiaia manco ti ci fanno arrivare.
Ma che c'è di male? Lo so io che c'è di male... io che mi ritrovo a mettere assieme i cocci di qualche donna credente che non riesce ad avere figli e che è già di suo terrorizzata dall'idea della solitudine. E anche per chi può ma non vuole, non credo sia semplice come la fa il Papa. Come se le coppie scegliessero di non avere figli con leggerezza e senza dolore. Ma che idea si è fatto di noi Francesco?! Mi risulta invece che la leggerezza sia spesso peculiarità di quelle famiglie che di figli ne scodellano a decine, salvo poi non saperli mantenere. Scusa Francy… anche io, personalmente, preferisco fidarmi più di Durex che di  Dio: non voglio mettere al mondo un figlio potenzialmente disabile, che poi i soldi per le carrozzine a motore mica ce li metti tu. Passerò una vecchiaia maledetta in compagnia di Luna II, Margò III, Nikita IV: non saranno come dei figli, ma il massimo della minaccia che possono perpetrare nei miei confronti è farmi trovare degli animaletti morti sullo zerbino.
E scusa anche se apprezzo fino a un certo punto i tuoi discorsi di apertura verso i gay... purché rimangano (sessualmente) non praticanti e non cerchino di avere figli che rendano meno sola la loro vecchiaia. Il modo con cui dici le cose di sempre è però molto migliorato rispetto a quello del tuo predecessore tedesco… anche l’accento alla Speedy Gonzales aiuta eh!
La Chiesa cambia per non cambiare mai. Però tanto di cappello: quasi nessuno se ne sta accorgendo.

E comunque è vero: non dovrei essere io a dirlo, perché in fondo a me così piace di più. Sarei anzi felicissima se i creativi della Chiesa facessero pure gli spot sulla sicurezza stradale: se fanno i miracoli senza i contenuti, chissà cosa potrebbero mai realizzare laddove il problema è unicamente la forma.
Andate e predicate il Vangelo secondo J-AX…
Quanto a me, qualcuno con al collo un Uomo morto appeso ad uno strumento di tortura, mi ha fatto notare che è di “cattivo gusto” contestare la Chiesa.  De gustibus…

 

mercoledì 4 giugno 2014

Patti chiari e l'Amicizia poi si vedrà

Come ho già spiegato altre volte, ho creato una pagina Facebook: Adotta una barriera e abbattila: https://www.facebook.com/AbbattiUnaBarriera?ref=ts&fref=ts
Francesca Arcadu mi aiuta a tenerla in piedi... per quanto possano tenere in piedi qualcosa due che non si reggono in piedi.
 
Mi sembra dunque opportuno esplicitare alcune regole rispetto a questa pagina e al mio profilo Facebook.
Per quanto concerne il mio profilo FB personale:
1) Sì, è vero: io la do a tutti… l’amicizia e solo su Facebook. Questo perché cerco il confronto e la condivisione delle iniziative.
Se sei un amico vero, è probabile che almeno una volta ci saremo incontrati nella vita e, probabilmente, ti è toccato pure portarmi in bagno o infilarmi una giacca.
Se mi hai conosciuta tramite il libro o qualche iniziativa, sentiti pure libero/a di commentare e condividere i miei post e chissà che, dopo qualche "Mi piace" - se scrivi post interessanti e non condividi ogni 30 secondi unicamente frasi pescate nel web e foto di gattini - non nasca qualcosa tra noi. Io però non credo nell’amore a prima vista: non rovinare tutto sommergendomi di messaggi privati.
2) Che tu sia disabile o no, chiedermi come mai sono su una sedia a rotelle, abbassa del 90% le probabilità che tra noi possa mai funzionare. Se voglio conoscere meglio una persona, l’ultima cosa di cui parlerei è proprio di disabilità: non credo si possano costruire grandi rapporti usando come punto di partenza ciò che non funziona di una persona.
3) Il fatto che anche tu non cammini, non aumenta le probabilità di diventare mio amico vero. Avere un’enoteca: quello sì che aumenterebbe di molto le tue chance.
4) Se credi di voler diventare mio amico anche nella vita vera, chiedi prima a quelli che mi conoscono bene e vedrai che cambi idea.
5) Io ho un lavoro, il che implica che non sono disponibile a chattare del più e del meno dalle 9 alle 18 di qualsiasi giorno lavorativo. A dirla tutta... la chat proprio la odio, quindi usiamola solo per "comunicazioni di servizio", tipo: "Vedo del fumo uscire da casa tua, che faccio, chiamo i vigili del fuoco?" 
6) Se vuoi solo chiedermi come va, non scrivermi in bacheca e nemmeno in chat: guarda la mia pagina Facebook e scoprirai che, probabilmente, è meglio non chiedermelo.
7) Le persone religiose sono benvenute e ancor più bene accetti sono i loro commenti sui miei post anticlericali, specie se divertenti e/o provocatori. Le bacchettate e i tentativi di conversione, teneteli però sui vostri profili.
8) Il fatto che sia un’agnostica che tenta di fare il passo definitivo verso l’ateismo - fosse facile per una che non cammina! -, non significa che sia disposta a tollerare bestemmie o insulti gratuiti verso varie ed eventuali religioni e divinità. Mi seguono anche amici preti e mi scoccia dover difendere la categoria quando preferirei dimostrare loro che gli atei/agnostici sono più civili di molti credenti.
9) Ti proibisco di postare/taggarmi in foto dove sto di profilo e si vede la proboscide greca.
10) Se non ti ho già dato il mio numero di cellulare, è probabile che non te lo voglia dare.
In relazione a “Adotta una barriera e abbattila":
1) Questa pagina non serve a segnalare barriere architettoniche: anche io vivo in Italia e già so quanto sia bella e impossibile per chi ha un handicap motorio o sensoriale. Se volete lamentarvi, fatelo con chi quella barriera l’ha costruita.
2) Pubblichiamo, e ben volentieri, solo ed esclusivamente le barriere architettoniche, culturali e mentali abbattute o in via di abbattimento. Pubblichiamo cioè i successi di chi si è impegnato a mostrare che dei risultati si possono ottenere. Non importa quanto sia piccola la conquista: il mondo si cambia abbattendo un gradino alla volta.
3) Se volete abbattere una barriera, è lecito chiedere come si fa, ma non dovete pensare che io o Francesca siamo le super-esperte in materia. Volentieri, se lo sappiamo, vi daremo qualche indicazione, ma sicuramente non scriveremo lettere al posto vostro e nemmeno contatteremo i giornali per voi. Abbiamo già molte barriere in adozione da abbattere e non possediamo né il tempo né le energie per combattere su troppi fronti. Una firma su una petizione la mettiamo volentieri, condivideremo altresì i progetti per cui state raccogliendo fondi, se ben specificati. Nessuno però farà il lavoro sporco per voi, non perché temiamo di sporcarci, ma perché siamo già immerse nel fango da spalare fino al collo. 

4) Anche se siete normodotati, non è che fate un favore personale solo a noi disabili, abbattendo una barriera. Lo state facendo per voi stessi: per guadagnarvi il Paradiso, se ci credete. E, se non ci credete, perché quando avrete 120 anni e sarete in sedia a rotelle, se avrete fatto mettere lo scivolo al vostro bar di fiducia, potrete continuare a bervi cappuccio e brioches, alla faccia del colesterolo che evidentemente non vi ha ucciso.

5)      Siti di denuncia ce ne sono tanti e ben più professionali. La Bacheca dei miracoli su Adotta una barriera e abbattila è una piccola isola tropicale, che contemplo ogni volta che mi sembra troppo difficile cambiare il Paese in cui vivo. La guardo e mi ricordo che si comincia sempre dalle piccole cose. Pertanto, anche se le foto di alcuni scivoli mostrano realizzazioni artigianali, con qualche difetto, l’importante è che si possano usare. Non esistono soluzioni perfette in un mondo in cui per costruire uno scivolo permanente devi chiedere il nulla osta financo al Capo di Sato.
 
6) Vade retro disfattisti, almeno qui!
 
Rispettate queste semplici regole e potremmo anche diventare amici davvero... poi però non lamentatevi!