venerdì 26 giugno 2015

Come ti frego l'ISEE

Io non sono economista, ma due cosette sul nuovo ISEE le ho capite e ora vi do qualche dritta su come ottenere i servizi per disabili legati a questo illuminato indicatore.
Innanzi tutto quattro regole base:

1) Se ti sposi, l'ISEE si alza...  a meno che lui non faccia il mantenuto senzatetto.
2) Se lavori, l'ISEE si alza... tranne forse se fai uno di quei lavori sottopagati che tipicamente danno ai disabili, a prescindere dalle competenze reali. Oh, però mi raccomando! Occhio a non fare assolutamente gli straordinari, che pure con uno stipendio da fame è un attimo!
3) Se compri casa, l'ISEE si alza.
4) Se risparmi, l'ISEE si alza.

Assodati questi principi, non resta che trarre le dovute conclusioni economiche e non serve mica la Merkel per arrivarci. In sostanza, contrariamente alle norme di senso comune, se vuoi rientrare negli aventi diritto ai servizi erogati su base ISEE - che poi sono quei servizi indispensabili e costosi, necessari alla tua autonomia - non devi fare assolutamente nulla per elevarti e migliorare.
Ma non preoccuparti. Se pure hai commesso uno o più dei madornali errori di cui sopra, ciò non ti escluderà comunque a lungo dall'accesso ai servizi su base ISEE. Metti che in 10 anni di lavoro sei stato così cretino da non uscire mai di casa, mai uno svago, ‘na gioia... tutto al fine di risparmiare abbastanza da pagarti una badante per due anni, quando ti muoiono babbo e mamma. Ecco, allora te la pagherai esattamente per due anni, che in fondo i soldi li hai. Dopodiché, finalmente sarai nuovamente povero in canna e avrai pieno diritto ad avere la badante gratis. Oppure ti mettono via, in una bella struttura, che allo Stato costa di più, ma chissà perché si fa così. 
Tuttavia, se vuoi un consiglio, fai come me: quello che guadagni spendilo tutto in beni non durevoli: abiti, creme antirughe, alcol e viaggi. Anzi, meglio ancora: vai a puttane! Che quelle non rilasciano fattura e non ti tracciano nemmeno i movimenti sul conto. 

Beh... Ovvio che scherzo, ma fino a un certo punto. 
Adesso suppongo che dovrei dare qualche brillante suggerimento in alternativa all'applicazione indiscriminata del modello ISEE. E invece no. Avessi trovato una soluzione onnivalente per questo sistema che provoca l'effetto "cane che si morde la coda", sarei già scesa in politica, anche se per farlo in effetti pare non serva essere delle menti illuminate, vero Salvini?
Solo una volta ho provato a pensare un’alternativa al sistema basato sull’ISEE, grazie a cui io e altri disabili non avremmo speso un cazzo, mentre a un altro sarebbe toccato di pagare un botto per un servizio che gli permetterebbe di lavorare e percepire uno stipendio da ben 1000 euro. In quell’occasione, evidentemente ho sparato una cazzata. Avevo pensato infatti di far pagare a ogni disabile lavoratore 50 euro (il costo medio del trasporto di un dipendente normodotato che viene al lavoro, considerati i milanesi e i pendolari). Erroneamente, avevo tra l'altro considerato:

A) Se a un disabile chiedi di pagare 23 euro al giorno per venire al lavoro, sarò stronza io, ma col cazzo che non userei tutte le 104 e i permessi possibili. Mentre se mi fai pagare un forfait mensile del tutto assimilabile a quello di un qualsiasi altro lavoratore e indipendente dal numero di viaggi, io sono una di quei cretini a cui piace lavorare più che stare a casa, ecco: l'ho detto. Ora non sfottermi però.

B) Se io uso la 104 per risparmiare sul trasporto, l'amministrazione comunque paga la mia giornata di lavoro (su 3 giornate, 200 euro minimo), quindi chissà poi che risparmio ci sarà...
Sempre che segretamente l'amministrazione non mi consideri inutile o addirittura un ingombro.

C) Se pago 50 euro al mese di trasporto, magari non mi tocca più star zitta in base principio che mi stanno facendo la carità e a caval Donato non si guarda in bocca. Magari ecco che, invece di sembrare ingrata, finalmente posso lamentarmi un po' a diritto se il servizio fa schifo. 


D) Confesso di credere ancora che i disabili siano meglio dei normodotati e non cerchino di "marciare" sulla propria condizione. Io perlomeno non ho mai ritenuto giusto il non pagare i trasporti. Per esempio: io voglio pagare, ma esattamente quello che pagano gli altri per gli stessi servizi. Ciò essenzialmente significa che innanzi tutto vorrei treni, bus e metropolitane accessibili, non che mi tocca pagare un trasporto alternativo 500 euro al mese, solo perché non vivo in un Paese civile.

E) Ho addirittura osato immaginare che tra disabili ci possa essere solidarietà, soprattutto perché di sforare l'ISEE oggi tocca a te e magari domani a me, che col gratta e vinci non si sa mai. Non è meglio pagare tutti una quota ragionevole (visto che siamo colleghi), se proprio all'Azienda "mancano" sti due soldi?

F) Se devo spendere mezzo stipendio per venire al lavoro, sai che ti dico? Mi riprendo la pensione d’invalidità, mi gratto la panza tutto il giorno sul divano e lo Stato, invece di farmi pagare le tasse, mi paga per non fare altro che vegetare.
Ecco, per questo parere ad hoc, indubbiamente non applicabile ad altri contesti, mi hanno indirettamente accusata di discriminare i disabili. 


Vi giuro che è stato il momento topico della mia vita.  

Dopo 40 anni trascorsi a cercare di non far concentrare chi mi sta davanti solo sulla mia disabilità, posso finalmente affermare di aver raggiunto, superato e sfondato l'obbiettivo. Giuro che a casa ho stappato una bottiglia di Champagne che conservavo da eoni, in attesa della prova empirica che, quando mi guardano, i normodotati non vedono più la sedia a rotelle. 
Tuttavia, goduto qualche bicchiere, ci ho pensato meglio e ho capito di essere una cogliona. In sostanza, ho proposto di pagare il mio servizio un prezzo equo per tutti, anziché continuare a usufruirne gratis, alla faccia dei disabili risparmiatori. Cazzo, speriamo non mi ascoltino davvero! 

Per mia sfortuna, rischio invece di aver incontrato un'amministrazione aperta all'ascolto e convinta che i disabili siano innanzi tutto una risorsa, anziché un mero obbligo di legge. E alla fine, mi hanno quasi convinto che faranno il meglio, che non significa necessariamente sia quello che avevo in mente io.
Beh, non pensiamoci più... 

Oh ragazzi, stasera tutti all'Unibirra di Calcinate del Pesce: offro io, così mi si abbassa l'ISEE!