Io non sono economista, ma due cosette sul nuovo ISEE
le ho capite e ora vi do qualche dritta su come ottenere i servizi per disabili
legati a questo illuminato indicatore.
Innanzi tutto
quattro regole base:
1) Se ti sposi,
l'ISEE si alza... a meno che lui non faccia il mantenuto senzatetto.
2) Se lavori,
l'ISEE si alza... tranne forse se fai uno di quei lavori sottopagati che
tipicamente danno ai disabili, a prescindere dalle competenze reali. Oh, però mi
raccomando! Occhio a non fare assolutamente gli straordinari, che
pure con uno stipendio da fame è un attimo!
3) Se compri
casa, l'ISEE si alza.
4) Se risparmi,
l'ISEE si alza.
Assodati questi
principi, non resta che trarre le dovute conclusioni economiche e non serve
mica la Merkel per arrivarci. In sostanza, contrariamente alle norme di senso
comune, se vuoi rientrare negli aventi diritto ai servizi erogati su base ISEE
- che poi sono quei servizi indispensabili e costosi, necessari alla tua
autonomia - non devi fare assolutamente nulla per elevarti e migliorare.
Ma non
preoccuparti. Se pure hai commesso uno o più dei madornali errori di cui
sopra, ciò non ti escluderà comunque a lungo dall'accesso ai servizi su base
ISEE. Metti che in 10 anni di lavoro sei stato così cretino da non uscire mai
di casa, mai uno svago, ‘na gioia... tutto al fine di risparmiare abbastanza da
pagarti una badante per due anni, quando ti muoiono babbo e mamma. Ecco, allora te la pagherai esattamente
per due anni, che in fondo i soldi li hai. Dopodiché, finalmente
sarai nuovamente povero in canna e avrai pieno diritto ad avere la badante
gratis. Oppure ti mettono via, in una bella struttura, che allo Stato costa
di più, ma chissà perché si fa così.
Tuttavia, se vuoi
un consiglio, fai come me: quello che guadagni spendilo tutto in beni non
durevoli: abiti, creme antirughe, alcol e viaggi. Anzi, meglio ancora: vai a
puttane! Che quelle non rilasciano fattura e non ti tracciano nemmeno i
movimenti sul conto.
Beh... Ovvio che scherzo, ma fino a un certo punto.
Beh... Ovvio che scherzo, ma fino a un certo punto.
Adesso suppongo che dovrei dare qualche brillante
suggerimento in alternativa all'applicazione indiscriminata del modello ISEE. E
invece no. Avessi trovato una soluzione onnivalente per questo sistema
che provoca l'effetto "cane che si morde la coda", sarei già scesa in
politica, anche se per farlo in effetti pare non serva essere delle menti
illuminate, vero Salvini?
Solo una volta
ho provato a pensare un’alternativa al sistema basato sull’ISEE, grazie a
cui io e altri disabili non avremmo speso un cazzo, mentre a un altro sarebbe
toccato di pagare un botto per un servizio che gli permetterebbe di lavorare
e percepire uno stipendio da ben 1000 euro. In quell’occasione, evidentemente
ho sparato una cazzata. Avevo pensato infatti di far pagare a ogni disabile lavoratore 50
euro (il costo medio del trasporto di un dipendente normodotato che viene al
lavoro, considerati i milanesi e i pendolari). Erroneamente, avevo tra l'altro
considerato:
A) Se a un
disabile chiedi di pagare 23 euro al giorno per venire al lavoro, sarò stronza
io, ma col cazzo che non userei tutte le 104 e i permessi possibili. Mentre se
mi fai pagare un forfait mensile del tutto assimilabile a quello di un qualsiasi
altro lavoratore e indipendente dal numero di viaggi, io sono una di
quei cretini a cui piace lavorare più che stare a casa, ecco: l'ho detto. Ora non sfottermi
però.
B) Se io uso la
104 per risparmiare sul trasporto, l'amministrazione comunque paga la mia
giornata di lavoro (su 3 giornate, 200 euro minimo), quindi chissà poi che
risparmio ci sarà...
Sempre che segretamente l'amministrazione non mi consideri inutile o addirittura un ingombro.
Sempre che segretamente l'amministrazione non mi consideri inutile o addirittura un ingombro.
C) Se pago 50
euro al mese di trasporto, magari non mi tocca più star zitta in base
principio che mi stanno facendo la carità e a caval Donato non si guarda in
bocca. Magari ecco che, invece di sembrare ingrata, finalmente posso lamentarmi un po' a diritto se il servizio fa
schifo.
D) Confesso di
credere ancora che i disabili siano meglio dei normodotati e non cerchino di
"marciare" sulla propria condizione. Io perlomeno non ho mai ritenuto
giusto il non pagare i trasporti. Per esempio: io voglio pagare, ma esattamente
quello che pagano gli altri per gli stessi servizi. Ciò essenzialmente
significa che innanzi tutto vorrei treni, bus e metropolitane
accessibili, non che mi tocca pagare un trasporto alternativo 500 euro al
mese, solo perché non vivo in un Paese civile.
E) Ho addirittura
osato immaginare che tra disabili ci possa essere solidarietà, soprattutto
perché di sforare l'ISEE oggi tocca a te e magari domani a me, che col gratta e
vinci non si sa mai. Non è meglio pagare tutti una quota ragionevole (visto che siamo colleghi), se
proprio all'Azienda "mancano" sti due soldi?
F) Se devo spendere mezzo stipendio per venire al lavoro,
sai che ti dico? Mi riprendo la pensione d’invalidità, mi gratto la panza tutto
il giorno sul divano e lo Stato, invece di farmi pagare le tasse, mi paga per
non fare altro che vegetare.
Ecco, per questo
parere ad hoc, indubbiamente non applicabile ad altri contesti, mi hanno
indirettamente accusata di discriminare i disabili.
Vi giuro che è stato il momento topico della mia vita.
Dopo 40 anni trascorsi a cercare di non far concentrare chi mi sta davanti solo sulla mia disabilità, posso finalmente affermare di aver raggiunto, superato e sfondato l'obbiettivo. Giuro che a casa ho stappato una bottiglia di Champagne che conservavo da eoni, in attesa della prova empirica che, quando mi guardano, i normodotati non vedono più la sedia a rotelle.
Vi giuro che è stato il momento topico della mia vita.
Dopo 40 anni trascorsi a cercare di non far concentrare chi mi sta davanti solo sulla mia disabilità, posso finalmente affermare di aver raggiunto, superato e sfondato l'obbiettivo. Giuro che a casa ho stappato una bottiglia di Champagne che conservavo da eoni, in attesa della prova empirica che, quando mi guardano, i normodotati non vedono più la sedia a rotelle.
Tuttavia, goduto
qualche bicchiere, ci ho pensato meglio e ho capito di essere una cogliona. In
sostanza, ho proposto di pagare il mio servizio un prezzo equo per tutti,
anziché continuare a usufruirne gratis, alla faccia dei disabili risparmiatori.
Cazzo, speriamo non mi ascoltino davvero!
Per mia sfortuna, rischio invece di aver incontrato un'amministrazione aperta all'ascolto e convinta che i disabili siano innanzi tutto una risorsa, anziché un mero obbligo di legge. E alla fine, mi hanno quasi convinto che faranno il meglio, che non significa necessariamente sia quello che avevo in mente io.
Per mia sfortuna, rischio invece di aver incontrato un'amministrazione aperta all'ascolto e convinta che i disabili siano innanzi tutto una risorsa, anziché un mero obbligo di legge. E alla fine, mi hanno quasi convinto che faranno il meglio, che non significa necessariamente sia quello che avevo in mente io.
Beh, non
pensiamoci più...
Oh ragazzi,
stasera tutti all'Unibirra di Calcinate del Pesce: offro io, così mi si abbassa
l'ISEE!