sabato 24 marzo 2012

Ironicamente diversi: come solo uomini e donne sanno essere


Analizzo spesso le diversità, ma esiste una sola diversità che ci vede coinvolti più o meno tutti: quella tra uomini e donne.
Il problema credo sia sentito in modo egualmente doloroso da entrambi i sessi, anche se a noi donne piace pensare non sia così.

Mi sono interrogata spesso sul perché esista questo baratro tra i due mondi e sono giunta alla conclusione che è colpa nostra. E con nostra, intendo proprio colpa di noi portatrici sane di patata.

Il problema è che non riusciamo ad accettare gli uomini per quello che sono: creature lineari, semplici, che non dicono sempre quel che pensano, solo perché spesso non pensano proprio niente.

Siamo noi quelle che cercano sempre doppi e tripli significati dietro a ogni gesto.

Siamo noi quelle convinte che sia davvero possibile che un uomo dica una cosa quando in realtà intende l'esatto contrario.

Siamo noi quelle che vogliono parlare a tutti i costi e a tutti i costi capire una relazione che, per natura stessa delle relazioni, funziona o non funziona a prescindere da quanto la analizziamo.

Tante volte, ammettiamolo, cerchiamo significati occulti dietro a ogni parola o gesto di un uomo, semplicemente perché non ci piace ciò che dice o fa.

Gli uomini non sono come le donne. Se ti dicono "non ho niente" probabilmente non hanno davvero niente.
Non sono come noi, che rispondiamo per ore a monosillabi e grugniti, laddove servirebbero frasi di struttura complessa.
Non sono come noi, che esibiamo un broncio che manco il pupo della Pampers col pannolino della marca sbagliata, fradicio di pipì.
Non come noi, che quando lui finalmente ci chiede: "Amore, che cos'hai?" rispondiamo: "Niente", ma intendiamo "Cafone, insensibile, dovresti arrivarci da solo a capire che cos'ho!"
Il problema poi qui si acuisce, perché per lui "niente" è davvero "niente" e tenta di procedere per la sua strada.
E a quel punto, scoppia la tragedia:
"E' E-VI-DEN-TE che c'è qualcosa che non va, e smettila di far finta di nulla!" 
E lui poverino va in tilt.
Non è che faceva finta di nulla, era solo immerso nei suoi pensieri, peraltro pochi, trasparenti e sempre più o meno gli stessi.
Per inciso, se si è accorto che siamo inverse, non è per il fatto che stavamo zitte - cosa che per altro spesso è scambiata per una gradevole tregua - e nemmeno a causa del broncio. Si è accorto solo perché, probabilmente, stava iniziando a pensare a noi in termini sessuali e lo abbiamo respinto come un cane in Chiesa.

E' che noi pretendiamo che gli uomini leggano le nostre affascinanti, ma contorte e volubili menti.

L'errore tipico che lo dimostra empiricamente è sempre lo stesso:
"Amore, cosa vuoi per il nostro anniversario?"
"Niente caro, davvero, mi basta una cenetta con te"
E lui, ovviamente, non solo torna a casa la sera fatidica con nulla in mano, ma dà pure per scontato che la cenetta la cuciremo noi e che poi si tromberà. Perché? Perché così gli avevamo detto noi, e lui ci crede, sempre, letteralmente!

Ma da dove ha origine questa patologia femminile del non dire chiaro e tondo cosa pensiamo e vogliamo?
Temo che la risposta sia sempre dalle donne.

Quando la tua amica ti racconta che il tizio che le piace - e che tu sai benissimo non se la filerà mai - le ha detto "ciao", strizzando un occhio, e ti chiede un parere tecnico sul significato di ciò, non è che le dici quel che pensi:
"Che cazzo vuoi che significhi 'ciao'? Ciao vuol dire che passava di lì e, forse, non è maleducato. E probabilmente se strizzava l'occhio è perché ci aveva dentro un moschino"
Naaaaaa... Tu le dici:
"Davvero?! Va che lui non è uno che saluta la prima che passa, figuriamoci poi strizzare l'occhio!"
Tu alimenti le sue fantasie, perché infondo vorresti che lei facesse lo stesso con te.

E quando la tua amica ti dice che l'ha data al Bepi e che lui non si fa sentire da giorni, nonostante i 300 sms che gli ha inviato, non è che le dici:
"Se non ti ha richiamata, non gliene frega un cazzo. Sorry my friend: stavolta l'hai data via per niente e smettila di fare la stalker!"
No. Inizi invece a tirare in ballo il fatto che lui non si lega facilmente ed è spaventato che possa diventare una cosa seria.
Ma siamo serie noi! Come possiamo davvero credere che se pure per lui è stata una serata fantastica possa aver paura di ripetere l'esperienza?! Cos'è: scemo o masochista?

Anni e anni di pietose interpretazioni fra amiche: questo crea parte dell'incolmabile divario comunicativo tra uomini e donne.
L'altra parte del divario è tutto merito invece degli uomini, che parlano poco e spesso di cose di cui non ce ne frega nulla. Credo del resto che loro pensino esattamente la stessa cosa di noi, a parte sul "poco". Grazie al cielo, loro simulano un interesse sincero tanto bene quanto noi simuliamo l'orgasmo. Credo sia per lo più istinto di sopravvivenza.
Perché, infondo, noi lo sappiamo bene che parlare troppo di una cosa, la ingigantisce (o rimpiccolisce nel caso di un pene), ma non la risolve.
Sappiamo bene che possiamo fare dei drammi su delle cazzate, ma mai sul cazzo.
Sappiamo bene che, alla fine, ciò che è destinato a risolversi si risolve sempre, con un po' d'impegno, senza troppe parole.

Sapere tutte queste cose, non significa tuttavia essere disposte a rinunciare a quello che siamo... pur sapendo che finiremo col litigare.
Ma si litiga volentieri solo quando infondo siamo certe che poi si farà pace.

Ormai vivo da troppi anni con lo stesso uomo e infondo so come renderci felici:
"Amore, cosa vuoi per il nostro anniversario?"
"Vorrei un iPhone 4S e una cenetta romantica all'Università della Birra, verso le 20"
E lì, se lui sbaglia qualcosa, sei davvero autorizzata a negargliela sino al giorno dell'Apocalisse.





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