Di tutte le convinzioni che i
normodotati nutrono sulle disabili, quella che mi fa in assoluto più ridere è
che siamo asessuate.
Forse non avete mai visto una
disabile a primavera. Il sole splende, le api fanno le cosacce coi fiori e l’ormone
diversamente abile si risveglia, quanto
e più di quelli normodotati.
E qui le cose si complicano: un
po’ perché spesso la disabile non apprezza a sufficienza il proprio corpo e
tende a scoprirne il meno possibile, un po’ perché pure se l’handicappata nuda aprisse
l’impermeabile davanti al bipede, questi sarebbe comunque capace di farsi
venire dei dubbi sulle sue intenzioni.
Poverina … vuoi vedere che non riusciva a infilarsi le mutande da sola?
Peccato che, sebbene ci trattino
spesso come pulcini coccolosi da accarezzare e sbaciucchiare fraternamente, non
sempre il normodotato risulti indifferente ai nostri lombi. Chissà perché, tra
tutte le cose che in un corpo disabile non funzionano, quella laggiù, porca
zozza, è spesso più sensibile del nostro animo.
Agli uomini va pure peggio. Con i
miei stessi occhi ho visto procaci MILF fare “i massaggini” al collo di amici
in sedia a rotelle, incapaci di riconoscere il turgore in mezzo alle gambe per quello
che era.
Se c’è un motivo per cui sono grata
di essere donna, è che non ho il problema del coniglio nella patta.
Vedono due ruote e l’uomo o la
donna scompaiono.
Quelli che hanno pensato a me “in
quel senso” li potevo contare sulle dita di una mano e in passato non me ne
sono fatta scappare nemmeno uno. Non è che ti capita tutti i giorni di trovare
qualcuno disposto a provarci senza star lì a lambiccarsi il cervello su cosa si
possa “fare” con qualcuno su sedia a rotelle.
Guardate che è un problema serio:
spesso i disabili riescono a farsi vedere come uomini e donne solo se sono
spudorati e non è mica facile essere spudorati se si ha un rapporto
conflittuale col proprio corpo.
Prima che il mio attuale marito
comprendesse che non ero interessata a un’amicizia platonica, è passato almeno
un mese. Un mese in cui sono passata dalla blanda battutina a sfondo sessuale,
al cercare di farlo ubriacare per approfittare in qualche modo di lui. Alla
fine ho optato per “o la va o la spacca” e sono andata nel negozio
dove lavorava per provare la divisa di Star Trek che avevo richiesto. Sfoderai l’espressione
da disabile innocente e gli chiesi di entrare in camerino con me, per aiutarmi
a provare l’abito. Le mie intenzioni furono più o meno chiare quando comparve
il completino in raso rosso.
Certo, col senno di poi, avrei dovuto
immaginare che con un trekker come lui avrei ottenuto il medesimo effetto
proprio con la divisa da Uhura appena confezionata su misura.
Insomma, vi rendete conto? Per
avere qualche chance di rimorchiare, alle disabili tocca fare tutto il lavoro
sporco. Altro che giochi di seduzione e rincorrersi a vicenda: se l’handicappata
finge solo per un momento di essere ritrosa, il potenziale partner si scusa per
averle fatto pensare che ci provasse.
Per sperimentare l’ebbrezza del
corteggiamento, ogni volta m’è toccato conquistarli e poi lasciarli quando ero
abbastanza certa si sarebbero dati da fare per riacchiapparmi.
Non sono stronza. E’ che il
bisogno di corteggiamento per una donna è primario!
Come sia stato possibile poi che
alcuni maschi s’innamorassero di me nonostante piedi storti, scogliosi,
lordosi, cifosi, è un mistero che la scienza stenta a spiegare.
Personalmente sono convinta che
gli uomini ci vedano esattamente come ci vediamo noi e io mi vedo una gran
gnocca.
Ma ora basta parlare di me: è
primavera, l’ormone impazzito fa capolino dopo il letargo invernale e io non
riesco a smettere di pensare a tutti quelle disabili senza un/una compagno/a.
Tanto da dare e nessuno che se lo
piglia, spesso solo perché non si sa che il buon sesso non è prerogativa dei
normodotati.
Volete svegliarvi una buona
volta?
Anche se i nostri occhioni sono
così puri e grandi da smarrircisi dentro per sempre, non siamo angeli: ci
mancano le ali, ma abbiamo una patata capace di farvi volare.
Per certe cose ricordate
semplicemente la regola aurea: domandare è lecito, rispondere è cortesia. Non
sarà del resto la prima volta che chiedete a qualcuno di fare sesso con voi e
vi rispondono di no.
Mettetela così: se anche vi
andasse male, avrete fatto molto per l’autostima di un’invalida.
Se, di contro, Huston vi dà l’OK,
chiedete alla disabile di farvi provare la carrozzina reclinabile.
Sei una grande. Ti leggo da poco, ed è sempre meglio. Ho una figlia spastica di 33 anni, intelligente, bella, che fatica a vivere per la stupidità e l'ignoranza della gente e ritrovo tanti miei pensieri in ciò che scrivi.Questi tuoi post mi fanno sentire bene.Grazie Daniela
RispondiEliminaE a me fa sentire bene sapere che questi post fanno sentire bene qualcuno. Alla fine, a volte, la rabbia e la delusione diventano qualcosa di meglio, se condivise.
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