giovedì 3 luglio 2014

Non sei intelligente: ora ti spiego perchè

Tutti ci crediamo più intelligenti degli altri ma, credi a me, tu non lo sei. E ora ti spiego perché, per punti, così magari ci arrivi eh...

1)     Come tutti, sai che devi morire, il problema è che non te lo ricordi ogni giorno. La Morte saltuariamente fa capolino nella tua vita: sterzi all’ultimo momento, evitando di finire smarmellato sotto un TIR; un tuo conoscente ha appena avuto un infarto… cacchio,  hai notato che ha la tua stessa età?; i valori del tuo colesterolo puntano alle stelle e quella è l’unica parte di te che almeno punta ancora in alto. Tutto questo è la Morte, che tossicchia discretamente alle tue spalle. Non che voglia metterti paura: semplicemente sta lì per ricordarti che hai una scadenza precisa e che non hai ancora concluso un cazzo. Hai grandi sogni e aspetti che qualcuno te li realizzi. Sai camminare e non ti azzardi a muovere un passo. Il tuo problema è che ti manca il primo requisito fondamentale dell’intelligenza: il time management. Che in italiano poi sarebbe: stai sprecando il tuo tempo.

2)     Come tutti, hai paura. Per la precisione, hai paura di un sacco di cose: di non superare l’esame, di fare brutta figura, che lei/lui ti dica di no, che la gente pensi male, che non serva a nulla, di perdere anche il poco che hai… La paura è lecita fino a un certo punto sai? Ci fa rivalutare quel che abbiamo e quello che potremmo perdere e ciò significa che, se quello che dici e scrivi su Facebook è vero e non hai un cazzo, allora non hai nemmeno nulla da perdere. Ma anche se tutto sommato sei già felice così, stai dando il giusto peso alle tue paure? Se non superi l’esame, il mondo finirà davvero o potrai sostenerlo un’altra volta, seppur sia scocciante la cosa? Se ti devono dire di no, non è meglio saperlo subito, soffrire, metabolizzare e ricominciare? La gente non è capace di pensare, un eventuale pensiero su di te, seppur malevolo, almeno dimostrerebbe che esiste ancora un barlume di attività cerebrale, no? E mettiamo pure il caso che alla fine non serva a nulla, non mi pare che non fare niente sia mai servito a qualcosa. Della paura non te ne libererai mai: ha una funzione biologica, che è quella di metterti sull’attenti, raccogliere le energie e decidere se attaccare o fuggire. Il problema è che la paura non passa se stai fermo, semmai aumenta. Sali su quel maledetto aereo: hai una probabilità su due milioni che cada, contro il novantanove-virgola-nove percento di possibilità che, non prendendolo, ti perderai un’esperienza emozionante e degna di essere vissuta, fosse pure precipitare. Ed ecco il secondo problema, per essere davvero intelligente, devi essere capace di risk management. Che in italiano significa: impara a valutare le tue paure in termini di probabilità, costi e benefici e assumiti qualche rischio ben calcolato.

3)     Come tutti, sei bravissimo a lamentarti di quello che non va e, come tutti, ti limiti al massimo a digitare la tua frustrazione su una tastiera. Visto che sei tanto bravo a scrivere, magari allora scrivi a un giornale, o al Sindaco o al Responsabile di Quellochevuoi. Pensi che tanto non serva a nulla? Rileggi il punto 2). Che tra l’altro - scusa se te lo faccio sempre notare - nemmeno scriverlo su Facebook serve, ma lo fai comunque. Non ti va di perdere tempo e però ne perdi un casino lo stesso. Ma siam sempre lì: alla fine non fai le cose perché hai paura di sbagliare, di fallire o di essere semplicemente ignorato. Chi non fa, non sbaglia, si dice. Il problema è che, se anche nella vita non sbaglierai mai nulla, morirai comunque, senza un cazzo che valga la pena raccontare nel mentre. E questo è il terzo problema della tua intelligenza, collegato ai primi due: non sei proattivo. Che tradotto in “papalese” significa: "Penso che il mondo così come è non vada, ma a provare a fare qualcosa di concreto non ci penso nemmeno."

4)     Come tutti, hai dei sogni... Chiamiamoli sogni, perché per trasformare un sogno in un obiettivo ci vuole un piano e tu quello proprio non ce l’hai. Aspetti che qualcosa accada da sola, che ti caschi in testa piovuta dall’alto come per magia. Non importa che tu in fondo in questi sogni ci creda con tutto te stesso o non ci creda più affatto: non è l’intensità del tuo desiderio che li realizzerà. Ma semmai il progettare un piano. Ed ecco che per essere intelligente, ti manca un’altra cosa: la pianificazione a breve, medio e lungo termine.

5)     Sarò onesta: nella vita ho pianificato attentamente diversi obbiettivi e ne ho raggiunti pochissimi. Avere tutti i requisiti d’intelligenza di cui sopra, non significa sempre riuscire, perché io sarò pure perfetta, ma il mondo non lo è. Però il mondo è anche ironico con tutti. Anche sulla tua strada piazza continuamente delle opportunità, solo che non le vedi, perché non sono quelle che cerchi.  Ogni giorno porto con me in borsa una copia del mio libro. Lo faccio per ricordarmi che nella vita mi sono sempre data degli obiettivi, ma ho ottenuto soddisfazioni soprattutto deviando dal percorso, per cogliere un'opportunità non programmata. E magari tu mi odi, perché mi hanno pubblicato un libro senza che l'avessi spedito per proporlo a qualche casa editrice, senza dover aspettare mesi col fiato sospeso, quando spesso non si degnano nemmeno di rispondere. Tu invece, che sogni da sempre di essere uno scrittore e lo meriti più di me, ancora aspetti. Che dire? Guardati bene intorno: forse il mondo ha in serbo per te proprio l’opportunità che io sto pianificando da una vita, finora senza troppi progressi. La vita è ironica: ci spinge a cercare cose che magari non raggiungeremo mai e poi ci dona momenti splendidi, mettendoci sul piatto una pietanza che non stavamo cercando di cucinare. Buona però! Non ti piace? Ma hai almeno provato ad assaggiarla? Se la risposta è no, ti manca anche il quinto requisito dell’intelligenza: la flessibilità.

Okay. Ora hai scoperto di non essere il genio che credevi, ma stai tranquillo: nemmeno io lo sono sempre. Il più delle volte mi comporto esattamente come te: dimentico di avere poco tempo, lo sperpero senza nemmeno divertirmi, rinuncio senza provare, sogno senza programmare, mi lamento, mi lamento, mi lamento… E sono così delusa dalla vita da non vedere cosa mi offre, solo perché i miei occhi sono puntati su altro.

Ma non oggi. Io oggi sto facendo qualcosa per provare a cambiare un paio di virgole: questo basta per rendermi più intelligente di te, nonostante il fatto che l'intelligenza si misuri su una scala.

Ieri la Morte ha tossicchiato alle mie spalle, non troppo discretamente devo dire (Nota per il Triste Mietitore: dovresti fare qualcosa per quella brutta tosse!). Così oggi ho firmato una lettera per un Prefetto, affinché mi venga tolta una multa per l’ingresso in zona ZTL a Mestre, affibbiatami nonostante avessi comunicato i dati del veicolo. Ieri volevo pagare: vi assicuro, farei prima e, paradossalmente, finirei col risparmiare, tempo innanzi tutto, ovvero la valuta così importante da non prevedere tassi di cambio. La polizia municipale (gentilissimi, ma tant’è) spiega che il fax entro 48 ore vale solo per i residenti e per le emergenze sanitarie… non come nel resto d’Italia. La Legge invece dice che un’auto può entrare in ZTL se a bordo ci sta l’handicappata, pure se è lombarda. Faccio ricorso. E, tempo sprecato per tempo sprecato, insieme a Lucia - che quel dì mi offrì un passaggio, beccandosi la multa per il favore -, scriverò ai giornali locali, perché Venezia si vanta di fare tanto per l’accessibilità, invita persino i disabili a parlare di abbattimento di barriere architettoniche e mentali (salvo poi multarli per l'ingresso in aree dove hanno diritto di entrare), ma io dopo un solo giorno a Venezia ho giurato di non metterci più ruota. Una città che pensa che un ponte con le scale sia un’opera d’ingegneria “futuristica” denota innanzi tutto ignoranza: le scale, purtroppo, sono state inventate poco dopo la ruota e, esattamente da quel momento, sono iniziati i problemi di buona parte dell’umanità.
Incredibile quanti sassolini si accumulino nella scarpe di una che nemmeno cammina! Oggi ne tolgo un paio va'!
La rabbia è un dono, ma non di sola rabbia vive il disabile. Dopo la battaglia, stasera la mia pianificazione a breve termine prevede una birra all’Unibirra di Calcinate del Pesce: consideratevi invitati… anche se non era nei vostri programmi - a proposito, ne avevate? - la flessibilità premia. E in fine, per ricordarmi che un mondo migliore esiste e che quindi anche il mio può diventarlo, stasera prenoterò l’aereo per Londra, per settembre (pianificazione a medio termine). E se l’aereo cadrà (risk management), almeno potranno dire che la mia morte è avvenuta come la mia nascita: grazie a un’incredibile improbabilità statistica. In ogni caso, dalla vita, nessuno ne esce vivo.
 
 

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