giovedì 20 dicembre 2012

A Natale, dimostriamo che i cattivi sono meglio

Una discreta parte della mia infanzia l'ho trascorsa in ospedale.
 
So cosa state pensando: "Ecco, vedi! E vero che è stronza, ma pensa cosa deve averne passate da bambina…”
 
E invece no: se oggi sono così, gli ospedali non c’entrano. Anzi, tutto ciò che praticamente ricordo dei mesi trascorsi in diversi reparti ospedalieri, italiani e non, sono quasi solo cose belle, come le battaglie tra Puffi inscenate dal mio papà e il metro e novanta di mamma che vedevo rannicchiata in una sdraio da campeggio, ogni volta che mi svegliavo la notte.
 
Nessun trauma, nessuna deformazione mentale, tranne l’assurda convinzione che si potesse mungere un pollo, derivante dal fatto che le infermiere mi portavano a fare merenda in cucina con il latte Gallo.
 
E questa felice infanzia ospedalizzata è dipesa unicamente da un fattore: 
 
qualsiasi cosa accadesse, mamma e papà c’erano sempre, e anche l’Uomo Nero sa che nulla di male può succedere a un bambino, se ha vicino i suoi genitori.

Per questo motivo, chiedo a tutti voi una piccola donazione, che poi si dice “piccola”, ma pare che la vita media di un taccagno sia molto più breve di quella di un generoso.
 
Vi chiedo di partecipare al Progetto “Letto amico”, che pur essendo sponsorizzato anche dalla sottoscritta, non prevede nulla di pornografico.
Il progetto si occupa di accoglienza dei familiari di bambini ricoverati in ospedale. A ospitare nelle proprie case sono altre famiglie abitanti nei dintorni dell’ospedale. Quando ciò non è possibile, mamme o papà sono accolti in alloggi (ostelli, agriturismi, alberghi) nelle vicinanze delle strutture di cura, che propongono prezzi di favore.
Siccome vi conosco e probabilmente voi conoscete me, mi sembra doveroso chiarire alcuni punti:
1) A molti, i bambini danno l’orticaria, ma questi non sono bambini comuni. Voi sapete cos’è un ago a farfalla? Probabilmente no, mentre loro non solo sanno cos’è, ma non fanno la metà delle storie che fareste voi per farselo infilare.
2) Ho fatto una scommessa: ho scommesso che avrei raccolto più fondi io facendo la stronza che altri vendendo torte stantie. Quindi fatelo per una buona causa: quella di farmi vincere. Affinché sia chiaro per chi tifate in questa gara di donazioni, basta aggiungere alla causale del versamento (Engy) dopo “Progetto Letto Amico”.
3) Ho oltre 2000 followers su Twitter e buona parte di loro ieri stava per far partire una raccolta fondi per l’acquisto della mia prossima carrozzina. Ora, mercoledì ho speso oltre 30 euro per una crema contorno occhi da 200 millilitri. Lo so che finirò all’inferno, ma non voglio che sia perché ho frodato delle brave persone. Io risparmierò per comprarmi la C100 della Otto Bock e voi aspettate a ricacciarvi i soldi in tasca e metteteli in questo progetto.
4) Le donazioni possono essere detratte dalla dichiarazione dei redditi: basta conservare copia del versamento e pagherete pure meno tasse. E questa cosa ve la dico gratis, mica come il vostro commercialista.
5) Metti che i Maya c’hanno ragione, perché non provare a comprarsi un angolo di Paradiso con una buona azione in extremis? Tanto Gesù è un boccalone: me lo ha giurato Giuda facendo croce sul cuore.
E ora la parte seria.
La necessità di usufruire del Progetto”Letto amico” parte dal personale del Dipartimento Materno Infantile. Ed ecco gli estremi per donare un posto letto presso strutture amiche:

IBAN

IT35T0504801798000000032072 – Banca Popolare Commercio e Industria Filiale Milano Niguarda - causale “Progetto Letto amico” (Engy)

 

Potete donare anche con Carta di credito, PostePay e PayPal:

http://www.abiemmeci.org/ABIEMMECI_Onlus/Diventa_Sostenitore.html

 

Se invece potete mettere a disposizione un “letto amico” nella vostra casa, potete contattare nerionoria@gmail.com (socia sostenitrice dell’associazione Abiemmeci e una che sicuramente andrà in Paradiso, dato che lavora con me).

 

Per saperne di più:

ABIEMMECI (Associazione Genitori ed Amici del Bambino Malato Cronico dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano): http://www.abiemmeci.org/ -  Tel./Fax +39 02 64442162 - e-mail: info@abiemmeci.org

Questo è tutto.

Sappiate però che monitorerò personalmente l'andamento delle donazioni e che so essere più stressante di un gatto attaccato ai maroni.

2 commenti:

  1. Contribuito in arrivo da parte dei miei 13 ricoveri (in attesa del 14°). L'unica cosa che fa la differenza, in ospedale, è la presenza di qualcuno che sappia renderti sopportabile la degenza.
    Al primo ricovero sono stata dentro 41 giorni: se non ci fosse stata la mia mamma, a farsi un sacco di strada tutti i giorni due volte al giorno, non so cosa avrei fatto. Davvero.
    E avercene, di stronzi come te!
    :-)

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  2. Ottimo, ci sto. Ma come sai ho i miei tempi tecnici da bionda... -PP-

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